Uno spagnolo non da corrida tiene aperta la porta d'Europa

Il popolo juventino deve ancora decidere se Llorente se è un gigante vero o un bluff La sua sfida personale, oltre che con i Blancos, è non ritornare riserva di Vucinic

Uno spagnolo non da corrida tiene aperta la porta d'Europa

Llorente tradotto fa Piangente. A tratti, in effetti, provoca lacrime ai tifosi e all'allenatore della Juventus. Poi osservi meglio la partita e controlli il tabellino e scopri che Fernando ha segnato il gol che concede ancora la speranza alla sua squadra, un gol di testa che è il suo colpo migliore. A tratti ricorda Pacione e non vorrei aggiungere altro, basterebbe ripensare a Juventus-Barcellona tanto per dire. Ma Llorente, lacrime a parte, sta incominciando a capire non il football italiano ma quello di Conte che chiede il cento e uno per cento sempre,a prescindere. Pagato nulla sta ripagando con interesse basso ma comunque utile. E' uno spagnolo non proprio da corrida, anzi, non è né toro, né torero, semmai picador. Il popolo juventino non ha ancora capito di che cosa si tratti, se è calciatore vero, se è un bluff, se è acerbo, se non maturerà mai. Di certo non mette paura, semmai stuzzica, di certo non è un gigante ma ha tutti i centimetri per esserlo, nato a Bilbao quando vede il Real allora sente la musica, il suo tabellino personale ricorda che ha segnato 7 gol ai madridisti, non male. Ma il football non prevede che l'avversario sia sempre una meringa, anzi spesso ti sbatte la torta in faccia. Fernando Llorente dice di essere al sessanta per cento, che deve prendere fiducia ma siamo a novembre, ormai è il tempo di rispondere, quattro mesi di Italia non sono serviti soltanto per migliorare la lingua ma anche il gusto della battaglia. Altrimenti rischia di fermarsi ancora prima di partire. E' lui, comunque, per il momento l'uomo della speranza, quello che ha riacceso la luce spenta dall'uno-due di Ronaldo (il portoghese al Camp Nou o allo Juventus Stadium mette sempre la sua firma, quasi come sfida e risposta agli insulti alle provocazioni) e Bale, roba pesante e feroce rispetto al bilbaista dagli occhi dolci.
Il Piangente Fernando ha voglia di fare piangere gli avversari, questo almeno il sogno dei tifosi juventini. Sogno e non altro perché il calcio esige risposte, immediate, brutte, sporche ma definite, vincenti. Llorente appartiene al calcio antico, centravanti nel senso tradizionale cancellato dal gioco totale e dall'attaccante di movimento. Probabilmente tornerà a fare la riserva quando Vucinic avrà smaltito la buia e le paturnie tipiche dei calciatori slavi. Sarà questa la sua sfida personale, se riuscirà a vincerla sarà meglio per la Juventus e peggio per il futuro Real.

Ma per il momento la partita resta aperta, così come il futuro della Juventus in Europa. La speranza attaccata ai turchi di Roberto Mancini, a Istanbul dove sarà necessario l'elmetto e il giubbotto antiproiettile. Chi l'avrebbe immaginato, tra Conte e Mancini, duello all'ultima partita.

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