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Spalletti, Icardi, Perisic e un futuro via da qui Ma ora c'è una società

La fermezza di Marotta e Zhang ha dato frutti: Mauro out: 6 vinte su 8 in A. E ora fa tweet dolci

Spalletti, Icardi, Perisic e un futuro via da qui Ma ora c'è una società

Ha vinto l'Inter. Non Vecino, non Lautaro, non Spalletti. Vince l'Inter perché è una vittoria nel derby che va oltre i tre punti, la supremazia cittadina che pure non era in discussione. Perché nelle ultime otto stagioni, per ora tutte senza titoli per le milanesi (il Milan può vincere la Coppa Italia), i nerazzurri hanno vinto il cinquanta per cento dei derby giocati, i rossoneri appena due. È un successo che va oltre il campo perché la società ne esce più forte dopo tre mesi travagliati. A costo di correre il rischio di rimanere a mani vuote, la famiglia Zhang, Beppe Marotta e Luciano Spalletti hanno messo tutte le fiches sul tavolo. In nome di un club che rimettesse davanti a tutto le regole: dal caso Nainggolan di Natale al caso Icardi di San Valentino. Si è incassato il sorpasso del Milan in campionato, subita l'eliminazione in Europa League. Non si sa fino a che punto il rischio fosse calcolato. Fatto sta che l'Inter adesso si ritrova con tutte le fiches puntate e una linea societaria della fermezza promossa. Perché una sconfitta avrebbe alimentato i contrari, tra questi Massimo Moratti, alla gestione dell'ex capitano. Il richiamo all'unità di Steven Zhang per festeggiare il derby si inserisce perfettamente nel solco tracciato.

Così il caso Icardi per Wanda Nara sarebbe al capolinea: «Con Marotta siamo vicini alla pace». Il tweet con il Duomo colorato di nerazzurro dell'attaccante argentino è un indizio, tanto che il club ha messo un like. Che l'ad abbia un ruolo di primo piano nella vicenda è scontato, ma ci sono anche i compagni e l'allenatore. Ieri Perisic ha iniziato a seguire sui social Maxi Lopez, che non è proprio amico degli Icardi's. E nella notte del derby Spalletti aveva mandato altri messaggi: «Bravi a quelli che sono dentro lo spogliatoio». E ancora: «Abbiamo trovato l'attaccante forte che ci risolve i problemi». Il Toro gioca per la squadra: fa le sponde, oltre a tenere alta la pressione sulle difese avversarie.

La pace è vicina, ma bisogna venirsi incontro, Icardi potrà farlo durante questa sosta: oggi tornerà alla Pinetina per il solito lavoro personalizzato, con lui anche Nainggolan. Per ora viene smentito un incontro tra Zhang e il giocatore, mentre c'è chi dice che ci sia già stato: sarebbe un precedente che indebolirebbe i dirigenti e autorizzerebbe i giocatori a fare lo stesso. Giovedì è l'ennesimo giorno della verità perché alla Pinetina si riunirà la squadra con Spalletti dopo tre giorni di riposo. Comunque l'impressione è che non ritroverà subito la maglia da titolare. Icardi è in una posizione di debolezza. L'Inter ha dimostrato di poterne fare a meno, lo dicono i numeri: sei gare su otto vinte in campionato.

E la vittoria sul Milan lascia anche la certezza di una squadra ritrovata. Perché il derby ha raccontato che la prima parte della stagione non era fine a se stessa. Una partita come quella contro i rossoneri non si inventa, se alle spalle non c'è un lavoro vero. Per mille motivi dilapidato negli ultimi tre mesi, ma ritrovato nella notte più importante. E Zhang ha fatto i complimenti a Spalletti. È un segnale, probabilmente non basterà per la conferma dell'allenatore che se non altro si è preso la sua rivincita. «Doveva essere il mio ultimo derby, volevo portarmi il Cenacolo. Invece ci sarà qualche altra cena...». Il derby difficilmente cambierà il destino di Spalletti, Icardi e Perisic. Tutti e tre insieme. Ma nel futuro ci sarà sicuramente l'Inter.

E più forte.

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