Spalletti rifà l'Italia: mea culpa Europeo e fiducia Mondiale

La ricetta del ct per la Coppa del mondo '26: più giovani, meno convocati e la difesa a tre

Spalletti rifà l'Italia: mea culpa Europeo e fiducia Mondiale
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A 65 giorni dal pomeriggio di Berlino che ha siglato la nostra disfatta europea, Luciano Spalletti prova a rimettere insieme i pezzi azzurri dopo aver trascorso un'estate d'inferno: inevitabili le critiche piovutegli addosso da tutte le parti e le polemiche politiche che chiedevano dimissioni. Lui si è assunto le responsabilità dell'avventura europea («ho caricato troppo la squadra mettendo sotto pressione i giocatori», il mea culpa di inizio ritiro) ma intanto è forte della fiducia del presidente Gravina («la mia volontà di proseguire è passata anche dall'aver capito che la partita con la Svizzera non cambiava niente»). Il numero 1 della Figc l'ha ribadita ieri: «Errore strategico giudicare un tecnico da una partita, quando abbiamo scelto Spalletti sembrava che avessimo preso il miglior allenatore disponibile, eravamo tutti entusiasti. Bisogna dargli il tempo necessario per i risultati, sapendo anche che i giocatori selezionabili sono un quarto rispetto alla Spagna».

Dato quest'ultimo da non sottovalutare, ma oltre al numero di calciatori manca anche la qualità e la leadership. il Ct lo ha detto chiaramente: si devono trovare ad esempio nuovi Chiellini, ribadendo che la scoperta di Calafiori è stata frutto di una fortunata congiuntura. E così la ripartenza dalla Nations League si basa su alcuni punti fermi: il ridotto numero dei convocati (23) per evitare musi lunghi per chi sta in tribuna o fa da spettatore nelle partitelle di allenamento; il modulo (il 3-5-2 o al massimo il 3-4-2-1) perchè il tempo a disposizione di un Ct è limitato; il ringiovanimento della rosa, in questo senso il torneo servirà come test per nomi nuovi (vedi gli ultimi arrivati Okoli e Brescianini). Il mini torneo da sei gare in 68 giorni qualificherà le prime due dei 4 gironi ai quarti previsti a marzo 2025 sarà solo una marcia di avvicinamento alle qualificazioni al Mondiale 2026, vero obiettivo della Nazionale che non può permettersi un altro flop. Soliti discorsi in aula magna del Ct («dieci minuti nei quali i calciatori mi sono sembrati attenti») e di Gigi Buffon promosso ds azzurro, poi il lavoro per preparare Francia e Israele, subito due sfide di fuoco da giocare fuori casa.

Ed ecco i vari aggiustamenti: «Voglio che tutti si sentano dentro al progetto, non voglio ingabbiare il talento dei miei giocatori e tolgo la complicanza del tempo limitato se è la difficoltà». Anche se non accetta la distinzione allenatore di club-selezionatore. Ancora out Locatelli, pure 26enne, perchè «Fagioli e Ricci hanno la possibilità di un cambiamento totale».

E poi il ritorno di Tonali («ha fatto tutta la preparazione e ha riflettuto molto su quanto accaduto») e l'assenza di Chiesa, non ancora fuori dai giochi azzurri: «Volevo portarlo senza farlo giocare, ma lui aveva bisogno di un periodo di allenamento per abituarsi a nuovi ritmi e metodi di lavoro con il nuovo club», ha concluso il Ct.

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