Era prevedibile. E così è stato. La Juventus esce dalla champions, eliminata per manifesta inferiorità dalla squadra più in forma di Germania e d'Europa, già finalista lo scorso anno e battuta ai rigori, in casa, dal Chelsea che, quest'anno era stato fatto fuori dai giochi proprio dalla Juventus. Il Chelsea senza Drogba, meglio non trascurare il dettaglio.
La Juventus di più non poteva e non può.
Il Bayern ha fatto quello che per anni facevano le nostre squadre in coppa, speculare con intelligenza sul risultato di andata ed eventualmente colpire. Così è stato, lentamente e inesorabilmente, svegliando il bambino bianconero dal sogno. Tre ore senza segnare un gol ai bavaresi sono stati il segnale di un gap o spread profondo che può essere ridimensionato con una campagna acquisti che punti su uomini di esperienza e di valore e non sulle figure di margine, volenterose, tenaci ma alla fine limitate.
Il Bayern di Heynkes a tratti è sembrato il Barcellona di Guardiola il quale tra un paio di mesi sarà il gestore di questa squadra già perfetta, nell'ordine tattico e nella velocità di azione offensiva. La lezione di questa esperienza in champions dovrebbe servire dunque ai dirigenti bianconeri, da Agnelli a Marotta a Paratici per comprendere che laddove la cassa non è robusta i denari vanno comunque spesi con intelligenza e, come diceva Boniperti, un grande dirigente si distingue non per come sappia acquistare ma per l'abilità con la quale sa vendere. Questo è il bivio che dovranno affrontare a Torino, scegliere, sfoltire e cercare il meglio. Altrimenti la Juventus si avvierà ad un'altra stagione europea di illusioni e speranze, sogni e delusioni. In tal senso anche la proprietà dovrebbe fare sentire la propria voce, non c'è soltanto la Ferrari per difendere i colori di casa e italiani nel mondo.
La Juventus non è pensionata, come potrebbe dire Beckenbauer, ma va letta e giudicata con attenzione, senza farsi ingannare dai risultati del campionato. Ha fatto il possibile e di più in Europa, perdendo due sole partite con lo stesso risultato ed entrambe contro la stessa supersquadra bavarese. I sogni nel football vanno accompagnati dalla fortuna e la Juventus non ha avuto nemmeno questa dalla propria parte. Nessun rimprovero ma una riflessione, da qui alla fine della stagione.
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