Una squadra da psicologo. Ecco perché

Roma L'eclissi di sole è quella dell'Olimpico. Con la sola vittoria contro la Scozia si chiude male il Sei Nazioni dell'Italia. 62 punti fatti 182 punti subiti con buona pace del cucchiaio di legno riaffidato alla Scozia. La sfida contro il Galles riconsegna una Nazionale che sarà pure cresciuta - come dice Brunel - ma appare sempre più in cerca di una identità. Una squadra che alla prima difficoltà si dissolve come neve al sole. E forse a questo punto anche la partita contro la Scozia andrebbe rivista alla moviola se non altro per capire se davvero all'Italrugby oltre al tecnico serva pure lo psicologo.

Quest'anno l'Italia ha viaggiato su una media di 15 placcaggi mancati a partita e nel rugby sono cose che contano. È una squadra che si esprime soprattutto in difesa: sono 680 i placcaggi fatti per una squadra che segna poco. 8 le mete realizzate, 19 quelle incassate nelle cinque partite. Pochi metri guadagnati con il pallone tra le mani: 1.362, poco più di 270 a partita con gli azzurri che riescono a essere efficaci soprattutto con il pacchetto. Lì la nota dolente: quando la macchina non gira sulle fasi statiche (mischie e touche) il giocattolo si inceppa.

Anche ieri i palloni persi hanno finito per pesare come il piombo. Due mete coast to coast nate su palloni persi in zona d'attacco. Non ce lo possiamo permettere soprattutto nell'anno del mondiale. D'accordo, non ci ha detto bene sul piano degli infortuni con certe assenze che in alcune partite si sono fatte sentire più del dovuto, l'ultima quella di Sergio Parisse.

E poi la sfida con il Galles ha mostrato anche una certa fragilità sul piano caratteriale. Dopo un primo tempo in linea di galleggiamento e giocato con coraggio, il crollo è stato drammaticamente verticale. Inspiegabile.

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