"Sto mettendo a posto la testa per stare tra i grandi"

Gianluigi Quinzi fa la maturità nel giorno in cui inizia Wimbledon: "Soddisfatto del primo anno tra i pro, ormai è il mio lavoro"

Giusto un anno fa nel tennis accadevano due cose epocali: un britannico tornava a vincere Wimbledon 77 anni dopo Fred Perry e un italiano trionfava sull'erba più bella del mondo, seppure tra i junior. Così oggi Andy Murray aprirà come da tradizione il programma sul campo centrale, mentre l'italiano questa volta non ci sarà, perchè atteso da un altro esame molto tosto. Gianluigi Quinzi dodici mesi dopo insomma ha la Maturità, evento che suo padre presenta (giustamente) orgoglioso: «È in un vero liceo scientifico, visto che non ha mai frequentato scuole private». I Quinzi stanno tutti in questa frase, nella gentilezza di mamma e papà e nella puntualità con cui Gianluigi - a 18 anni il predestinato del tennis italiano - si presenta all'appuntamento per l'intervista tra una sessione di studi e una di allenamento: «Un anno fa? Mi è cambiata la vita».
Torniamo a Wimbledon, Gianluigi.
«Beh, vincere lì è una cosa indimenticabile. Un'emozione infinita arrivata fino a qui a casa, a Porto San Giorgio».
Come ti vedi, un anno dopo?
«Ho fatto tanti progressi, ho vinto tre torneo Future, sono arrivato in semifinale in un Challenge. Ma è dura».
Cos'è cambiato?
«Tra i tornei junior e quelli dei professionisti c'è un abisso: nessuno ti regala più nulla, ti conquisti un pezzettino alla volta. Incontri gente di 24-25 anni con l'esperienza che tu non hai».
Sei soddisfatto?
«Direi proprio di si. Sto migliorando i miei colpi, ma soprattutto sto facendo un lavoro sulla testa. Mentalmente il tennis dei grandi è un altro sport».
Cose positive da segnalare?
«Sono più tranquillo, sono migliorato negli spostamenti e soprattutto nel servizio».
Quelle negative?
«Tutto... Davvero: devo fare progressi in tante cose, mai sentirsi a posto».
Un anno dopo Wimbledon, il tennis è ancora un divertimento?
«Ormai è un lavoro, il mio lavoro. Ma prima facevo molta più fatica ad accettare i sacrifici. Ora ho la testa giusta».
Come vedi il torneo di quest'anno?
«Vedo sempre favoriti i soliti big: Murray, Djokovic, Nadal, Federer... Quando arriva uno Slam è difficile che sbaglino».
Il tuo idolo Nadal però ha perso ad Halle da Dustin Brown...
«Tranquilli: a Wimbledon non si ripeterà...».
Federer ce la può fare?
«Lui è la perfezione assoluta, il numero uno. Ma se dovessi rubare qualcosa a uno dei big, scelgo la forza mentale di Rafa».
Gli italiani?
«Vado d'accordo con tutti: sono stato anche in panchina durante la Davis, una meraviglia. Tifo Fognini, ha avuto un grande anno anche se ultimamente con un po' di alti e bassi. Ma sono sicuro che può entrare nei primi 10 del mondo».
E Gianluigi Quinzi quando ci entrerà?
«E chi può dirlo? Ora sono intorno al numero 300, ci vorrà molta costanza e un po' di fortuna. Ma sono certo che impegnandomi al massimo e giocando bene, passo dopo passo i risultati arrivano».
Per esempio: vincere un giorno Wimbledon, quello vero.


«Sarebbe fantastico. Ma devo confessare una cosa...».
Cioè?
«...il mio sogno è un altro: preferisco gli UsOpen».

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