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Stoner torna in Ducati. Tremano i due Andrea

E adesso alzi la mano chi ci crede? Casey Stoner torna in Ducati. "Come collaudatore e testimonial". Così recita il comunicato. Tutto vero. Tutto ufficiale. Però tutto mica così vero

Stoner torna in Ducati. Tremano i due Andrea

E adesso alzi la mano chi ci crede? Casey Stoner torna in Ducati. «Come collaudatore e testimonial». Così recita il comunicato. Tutto vero. Tutto ufficiale. Però tutto mica così vero. Ve lo vedete l'unico essere vivente capace di domare per davvero la vecchia e bestiale e meravigliosa DesmosediciGp rientrare a Borgo Panigale solo per fare da carta parati? Ve lo immaginate il campione che in 4 anni in sella a quel mostro rosso ha saputo vincere 23 gare e un mondiale (nel 2007, l'unico della Rossa) girare e girare come un collaudatore qualsiasi al Mugello giusto per dire «ehy, guys, it's very cool...». Dai, forza, non prendiamoci in giro. Cosa porterà cosa. Vedrete, è solo questione di tempo e di tempi. Casey torna perché la Honda che ha Marquez non poteva accontentarlo e perché scalpita di voglia. Tanto più che ha appena compiuto 30 anni, come Pedrosa, ne ha 6 quasi 7 in meno di Vale Rossi e due in più di Lorenzo. Infatti dice: «L'ingegner Gigi Dall'Igna ha portato con sé un nuovo approccio e non vedo l'ora di poter aiutare Andrea Dovizioso, Andrea Iannone e il Ducati Team: ci metterò tutto il mio impegno». Proprio ciò che sogna il reparto corse di Borgo Panigale e proprio ciò che temono i piloti titolari: i due Andrea. Fatto sta, la Ducati lo riaccoglie a braccia aperte: «Casey è sempre rimasto nel cuore dei ducatisti e sono entusiasta - spiega l'ad Claudio Domenicali - che abbia deciso di tornare a far parte della nostra famiglia. Ha un talento straordinario». E sembrano lontani anni luce i tempi in cui Casey se ne andò in Honda (15 successi e subito un altro mondiale nel 2011) sbattendo la porta. Così come sono lontane però mai dimenticate, soprattutto dopo l'infelice e sfortunata parentesi Rossi, quelle stagioni incredibili dove Casey domava la belva rossa e poi si prendeva delle pause. Nel 2009 saltò 3 Gp e dicevano che fosse depresso. Mica vero anche questo. Si scoprirà poi che per tirare fuori dalla Desmo quelle prestazioni da vittoria l'australiano era costretto ad andare oltre i limiti, dando tutto e più di tutto. Per cui ogni tanto aveva bisogno di rifiatare. Tirò fuori tutto anche nell'ultima gara in rosso, a Valencia, nel 2010, secondo. Due giorni dopo, nei test, in sella alla Honda era già primo. Quasi due secondi rifilati alla sua ex moto, terzultima.

La guidava Vale Rossi.

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