Russia 2018

La strada per Mosca passa dalla Spagna. Ma l'Italia sorride

Gli azzurri pescano gli ex campioni del mondo. Però il resto del girone è abbordabile con Albania e Israele

La strada per Mosca passa dalla Spagna. Ma l'Italia sorride

Per andare in Russia dobbiamo passare dalla Spagna. Dice questo il sorteggio di San Pietroburgo, terra di Putin e di Blatter, uniti da sorrisi, strette di mano e potere infinito. L'Italia di Antonio Conte finisce nel girone G, penultima estratta prima della nazionale di Del Bosque.

Poteva andarci meglio? No, direi che poteva andarci peggio, perché la Spagna oggi non è la Spagna di ieri e poi le altre coinquiline del gruppo sono Albania, Israele, Macedonia e Liechtenstein, roba da giochi senza frontiere sempre che gli azzurri si ricordino di essere tali. Abbiamo evitato la Germania reduce dal trionfo in Brasile e su di giri con la forza economica della Bundesliga.

Il nostro viaggio verso il mondiale non dovrà essere tormentato come dovrebbe essere, invece, per la Francia. La squadra di Deschamps è finita in mezzo, nel girone A, a Olanda e Svezia (già prevedo Ibrahimovic rivale a Parigi), senza contare la mina vagante Bulgaria di cui Platini e i francesi hanno un ricordo terribile, dalla Bielorussia e dal Lussemburgo. Potrebbe esserci la grande sorpresa anche se ormai la Svezia si è abituata a restare fuori dal giro finale, nonostante Ibra.

Da segnalare un paio di derby sulle isole britanniche, Inghilterra e Scozia insieme nel girone F e Galles con l'Irlanda repubblicana. La Germania campione del mondo si potrà dedicare ai dettagli della trasferta in Russia avendo come compagni di viaggio le Repubblica Ceca, gli irlandesi del Nord, i norvegesi, gli azeri e i volontari di San Marino. Gruppo duro quello che affianca alla Croazia, l'Islanda, l'Ucraina, la Turchia e la Finlandia.

Due ore di cerimonia, officiata dal segretario generale della Fifa Jerome Valcke prossimo alle dimissioni, come il suo capo, Sepp Blatter. Canti, balli, sfilata di facce da album delle figurine, da Madjer a Eto'o da Cannavaro a Kluivert, a Dassaev, spettacolo antico, noioso, mentre il pubblico controllava l'orologio attendendo le notizie dall'urna.

Visto Michel Platini con il viso scuro, per il sole della costa Azzurra ma anche per la vicinanza del Blatter di cui sopra, pronto al sorriso da fotografia ricordo e alla coltellata alla schiena.

L'ex colonnello dell'esercito svizzero ha regalato parole gloriose all'ex agente segreto collaboratore della Stasi: «Il popolo russo deve essere orgoglioso di avere un presidente come Putin». Vladimir, nativo di Leningrado oggi San Pietroburgo, da scortese padrone di casa non ha ricambiato con lo stesso tono ma ha ribadito che il calcio in Russia ha segnato la storia. Non credo che Fabio Capello, assente all'evento per separazione consensuale dalla federazione russa, abbia analoghe idee in merito, il suo successore, Alexander Kerzhakov ha provveduto, insieme con Oliver Bierhoff, al sorteggio europeo che non dovrebbe creare scompiglio nelle notti di Conte e Tavecchio.

Prima del mondiale c'è di mezzo un Europeo in Francia. Vi sembra poco?

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