Non è solo Galliani a fare i miracoli, come sostiene Allegri. Anche il Milan, nel suo piccolo, è capace di farli. Tipo quello di ieri sera,nell’inverno improvviso di Verona, la città e lo stadio fatali nella storia. Per una notte addirittura i berlusconiani ritornano in vetta al campionato in attesa della sfida della Juve che deve stasera piegare la resistenza della Lazio per tornare al comando. Il merito, sul tabellino, è da iscrivere a Muntari, autore di quella scudisciata che lascia un bel segno sulla pelle del Chievo, mai arrendevole e anzi capace di sfiorare il pareggio fino all’ultimo secondo (gol in fuorigioco annullato dall’attento assistente). Quello complessivo è della vecchia guardia che lotta con il cuore e con la testa, facendo ricorso, in qualche caso, Nesta su tutti, alla classe immensa, per riuscire a conservare fino in fondo il vantaggio maturato dopo appena otto minuti. Ecco il vecchio cuore del Milan che batte forte nel petto di Gattuso, in campo per necessità (dopo il collaudo negativo alla caviglia di Emanuelson), oppure nel pirata Yepes rientrato dopo una vita e alla fine colpito duro al naso ma pronto a non arretrare di un centimetro e ad affrontare ogni duello con lo spirito picaresco.
Questo è il Milan di questi tempi, con 14 assenti, tra squalificati e infortunati e gente spedita in campo senza adeguata preparazione ma dedita all’estremo sacrificio.
Con questo spirito antico, diciamo pure da autentico Milan, per esempio segnalato in Abbiati che ha un dito al piede ammaccato e resiste fino alla fine opponendosi agli assalti veronesi, il gruppo di Allegri è capace di giungere fino alla conclusione col pugnale tra i denti. Migliorata, nettamente rispetto alla Fiorentina, l’organizzazione difensiva collettiva a dispetto delle tante assenze ( da Thiago Silva allo squalificato Bonera) e della presenza di un giovanissimo deb, De Sciglio che ha all’attivo una presenza in Champions e non delude, dimostra anzi, proprio alla fine, grande personalità, portando avanti una palla innocua e tentando il tiro in porta da 25 metri. Col tempo, dopo l’iniziale imbarazzo, migliorano la tenuta dei grandi vecchi, e in particolare Nesta e Yepes chiudono a doppia mandata il portone della loro area di rigore. Il Chievo non demorde mai, ha la coscienza a posto, i tre cambi non modificano il corso degli eventi.
Non sono 3 punti qualunque, è un successo che allunga la vita al Milan. É una risposta allo scivolone con la Fiorentina e alle censure aspre ricevute.Il miracolo veroè quel vantaggio milanista custodito all’intervallo mentre arrivano altri segnali di cedimento fisico, Abbiati con un pestone al piede destro e Gattuso con un risentimento muscolare effetto naturale della lunga inattività (i precedenti una mezza partita con la Lazio a settembre e poi qualche minuto contro il Parma). Il portiere stringe i denti, il guerriero calabrese deve arrendersi più tardi senza un solo rimorso. Milan con i cerotti dunque. Eppure con una galoppata delle sue, concluse da una stoccata dal limite, Sulley Muntari è in grado di dare ossigeno ai suoi e di sorprendere Sorrentino, partito con una frazione di ritardo verso l’angolo giusto. Il miracolo si spiega così: la squadra è sfilacciata, con un esordiente da mandare allo sbaraglio per l’assenza concentrata nel reparto (ben 5 fuori uso), De Sciglio, che soffre sul fianco destro, mentre il centrocampo non protegge a dovere la difesa che tradisce la salute precaria di Nesta e la presenza di Yepes assente dall’11 dicembre addirittura. Il vantaggio rossonero regge fino all’intervallo grazie alla tenuta stagna di Abbiati e anche a qualche errore di mira del Chievo. Per esempio sulla sirena il diagonale di Rigoni sfiora soltanto il palo lontano.
Le sofferenze milaniste, assenti a parte (14 prima di cominciare, una sorta di record stagionale), sono anche in parte responsabilità di Robinho davanti che non tiene una sola palla e di Ibra, in difficoltà nel duello uno contro uno al cospetto del giovane Acerbi, rivelazione dei gialli veronesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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