Il linguaggio non è da Juve, ma l'ordine è perentorio: «Niente allarmismi». Tuttavia, nell'umidità di Shangai la Signora si sta scoprendo vulnerabile, presa in mezzo da rivoluzioni tecnico tattiche e dalla sfortuna che, quando vuole, ci vede benissimo: «Il momento è delicato, perché abbiamo iniziato la preparazione solo da venti giorni. In quattro anni si è vinto tanto, ma ora si riparte da zero. I giocatori andati via? Loro, come gli allenatori, passano». Si volta pagina, per forza di cose. Con però qualche certezza in meno rispetto al recente passato. Persino capitan Buffon ha ammesso «che qualche problemino in più potremmo averlo, perché sono partiti tre mostri sacri. Per trovare l'amalgama ideale servirà un po' di tempo». Bandite le sbruffonaggini, anche perché i quattro infortuni muscolari registrati in undici giorni (dopo Barzagli, probabilmente recuperabile, Chiellini, Khedira e Morata) hanno messo sul chi va là l'intero ambiente. «Siccome però l'allenatore sono io, l'importante è che io sia sereno», ha tranquillizzato Allegri. La cui preparazione ai tempi del Milan venne ritenuta responsabile dei tanti ko muscolari rossoneri, salvo poi dimostrare a Torino di non avere a disposizione uno staff di sprovveduti. «Addossare responsabilità o trovare cause è difficile: in un essere umano ci sono troppe varianti che la scienza ancora non coglie. Cerchiamo di capire quanto sta succedendo, però più che modulare i carichi di lavoro non possiamo fare. Né potevamo allenarci in altro modo: abbiamo smesso di lavorare l'8 giugno, i nazionali addirittura il 16: non potevamo quindi ricominciare prima del 20 luglio, prendendoci qualche rischio per via della Supercoppa. Conosco solo un modo per venire fuori da situazioni come questa: rimanere sereni e lavorare».
Ieri è stata comunque anche la giornata in cui la '10' ha trovato padrone. A sorpresa, non c'è da nasconderlo: se l'è presa Paul Pogba «chiedendola più volte», avrebbe poi spiegato il tecnico. «È una responsabilità, perché quel numero non è semplice da portare. Lui, comunque, un dieci sul campo non può esserlo: rimane una mezzala». La prima volta avverrà appunto domani a Shangai, avversaria la Lazio nella Supercoppa che avrà il merito di portare nelle casse societarie 1,5 milioni di euro: la Juve ripartirà insomma dal Polpo, erede numerico di Platini, Baggio, Del Piero e Tevez. Per il momento, tutti contenti: Pogba è il volto nuovo e bello della Signora, l'Adidas (nuovo sponsor tecnico) non poteva non vendere la '10' e certo i tifosi non storceranno il naso visto quanto sono innamorati del francese.
Dopo di che, resta da fare arrivare a Torino un trequartista vero o, in alternativa, un centrocampista dai piedi buoni.
I nomi sono sempre quelli e all'inizio della prossima settimana c'è da attendersi un'accelerata: per Draxler, Marotta ha fatto la sua offerta (15 milioni cash, più 9 di bonus nel successivo triennio) e da lì non si schioderà, ma ovviamente non si perdono d'occhio Goetze (dipende dal giocatore rompere del tutto con Guardiola e il Bayern), Isco (Real), Cuadrado (nel caso, si virerebbe verso il 4-3-3), Witsel (dallo Zenit) e magari pure Mkhitarian (Borussia).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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