Tabù Champions "Il Pipita" e la Signora ci provano insieme

Bagno di folla per Higuain: obiettivo la coppa che lui non ha mai vinto e ossessiona la Juve

Tabù Champions "Il Pipita" e la Signora ci provano insieme

L'entusiasmo del popolo juventino, i nervi scoperti di De Laurentiis. Tutto logico, tutto comprensibile. Così, mentre Gonzalo Higuain scopriva da vicino il caldo estivo di Torino e la passione dei suoi nuovi tifosi, nel fresco di Dimaro il numero uno del Napoli non trovava di meglio che rispondere malamente a un tifoso che gli chiedeva se avrebbe fatto nuovi acquisti: «Ma che domanda del c... è questa?», con tanto di protesta successiva da parte del gruppo dei napoletani che aveva assistito alla scena. E prima ancora, a un altro che aveva finto di parlare al telefono con l'ex centravanti del Napoli, De Laurentiis aveva suggerito di chiamarlo «rubentino»: come prenderla bene ma non benissimo, ecco.

Di contro, a Torino, solo scene di giubilo. Né avrebbe potuto essere altrimenti: duecento persone circa all'aeroporto di Caselle quando il Pipita, intorno alle 10.40, è sbarcato con aereo privato, altrettante al J Medical dove si è svolta la seconda parte delle visite, quindi l'apparizione nella sede di corso Galileo Ferraris. Prima dal balcone (come fece Tevez, nel 2013) esponendo la «sua» maglia numero 9, poi scendendo in strada per salutare i suoi nuovi tifosi.

Barba curata, occhiali da sole, maglietta bianca e gilet nero: tutto in tinta per il suo «primo giorno di scuola», con tanto di pranzo consumato insieme a Marotta e Paratici (Agnelli non era invece in sede), prima del trasferimento a Vinovo nel tardo pomeriggio per una sgambata. Anche lì bagno di folla perché tale va considerato, viste le abitudini molto soft del torinese e cori a iosa: «Siamo venuti fin qui per vedere segnare Higuain» il più gettonato, con successivi e ovvi sfottò anche per napoletani e interisti.

«Speriamo di fare una grande annata, siamo attrezzati per tutto», sono state le sue prime parole regalate alle televisioni: oggi ci sarà la presentazione ufficiale e magari ne arriveranno altre per il Napoli. Che però ormai rappresenta il passato: «L'importante è lavorare, rimanere calmo e arrivare nella miglior maniera possibile all'inizio della stagione. La Champions? Speriamo». Quella è la stella cometa da seguire e inseguire, non c'è alcun dubbio. Lo dicono tutti, senza più paura di esporsi. Lo ha ribadito anche Dybala dalla lontana Australia: «Io e Paulo siamo amici dalla nazionale ha aggiunto Higuain -. Sono felice di trovarlo. Mi ha detto che troverò una grande famiglia». Più o meno quello che dicono tutti a ogni latitudine: alla fine conterà il campo, dove il nuovo numero 9 e il probabilissimo nuovo numero 10 bianconeri partiranno dai 55 gol segnati lo scorso campionato indossando colori diversi. Per di più nessuno pare più preoccupato dall'addio di Pogba: in 48 ore si potrebbe chiudere con il Manchester United. L'accordo tra i club sarebbe stato trovato a 110 milioni di euro più bonus, mentre gli inglesi pagherebbero la percentuale per Mino Raiola. Altra scelta perfetta della coppia Marotta-Paratici, quella di entusiasmare il proprio popolo in anticipo rispetto alla partenza di un giocatore che tanto ha dato alla causa bianconera.

Insomma: l'estate juventina è finora perfetta, senza nubi né ansie a parte il recupero dall'infortunio al ginocchio di Marchisio. Guardando tutti dall'alto in basso, immaginando moduli e giocate vincenti, con giocatori che pure loro esternano senza problemi la propria soddisfazione. Ieri, per esempio, anche una persona solitamente poco amante dei riflettori come Evra ha postato un video dove non ha esitato a lanciarsi in qualche passo di danza per festeggiare l'arrivo di Higuain. «Sto vivendo sensazioni favolose, speriamo vada tutto bene», le altre parole del Pipita. Capace lo scorso anno di segnare da dentro l'area di rigore 34 delle 36 reti che lo hanno eletto capocannoniere del campionato italiano superando pure lo storico record di Nordahl.

Andranno a caccia insieme, la Signora e il Pipita: del sesto tricolore di fila e di una Champions inseguita da sempre pure

dall'argentino. Che non l'ha mai vinta nemmeno quando giocava nel Real Madrid, avendo comunque segnato 13 reti in 55 presenze (48 e 8 con i Blancos, 7 e 5 con il Napoli): per dirla con Dante, è lì che si parrà la sua nobilitate.

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