Sergio Arcobelli
GimbOro e i maratoneti, l'Italia s'è desta. Nell'ultima giornata dei Campionati Europei di atletica leggera ad Amsterdam, il neo capitano Gianmarco Tamberi, con quattro salti superati al primo tentativo e una superiorità quasi imbarazzante sulla concorrenza, riesce a salire sul gradino più alto del podio nell'alto, primo italiano a riuscirci. Nello stadio olimpico dei Giochi olandesi del 1928, senza avversari di rilievo, il 24enne azzurro si è di fatto divertito nella finale. A ogni salto eseguito alla perfezione un'esultanza speciale e un sorriso trascinante, che mascherava il problemino alla schiena degli scorsi giorni, ma che è la chiave della spensieratezza di Gianmarco. «Possiamo migliorare ancora, ma se la strada è questa stiamo andando alla grande. Mi faccio prendere dall'emozione e mi diverto. Altrimenti, non riesco a saltare». Gimbo, o meglio conosciuto come half shave per la sua abitudine di tagliarsi la barba a metà prima di una gara importante, è il simbolo di un'Italia vincente, decisa a svoltare dopo diversi anni bui tra risultati scadenti e accuse di doping. «Su Schwazer mi sono espresso in maniera molto dura, non rinnego le mie parole. Non bisogna fare sconti» è stato il suo commento riguardo alla seconda positività del marciatore altoatesino. Ma ormai è giusto guardare avanti e questo nuovo ruolo di capitano lo responsabilizza particolarmente.
«Abbiamo una Nazionale veramente giovane che in futuro potrà fare grandi cose. Sono orgoglioso di questi ragazzi e di questa squadra. Uno sport così bello è da lasciare pulito. Ma basta parlare di questo caso. Adesso c'è Rio». In Brasile Tamberi arriverà da neo Campione d'Europa e del Mondo, a testimonianza della straordinaria stagione che sta vivendo il 24enne marchigiano. Come la sua collega Libania Grenot, l'altra capitana e d'oro venerdì nei 400 metri piani, entrambi sono gli atleti di punta di una Nazionale in crescita, che ha persino migliorato il bottino della rassegna continentale precedente (cinque a tre). «E' stata una gara che non mi aspettavo di viverla così bene, sapevo che bastavano 2.32 metri e invece era sufficiente il 2.29 al primo tentativo. Volevo superare quota 2.40 ma arrivato l'oro la tensione è calata». Non si è accontentata nemmeno l'italocubana Grenot: dopo aver confermato il titolo europeo nella gara individuale, grazie a un ultimo giro fenomenale la Panterita ha recuperato dalla settima alla terza piazza, trascinando la 4x400, per appena 11 centesimi, al bronzo. Centesimi invece che sono mancati alla 19enne Folorunso, una delle tante piacevoli sorprese dell'atletica azzurra a questi Europei, beffata sul fotofinish nei 400 ostacoli. Ma sono tanti i volti interessanti della Nazionale di Magnani: da Filippo Tortu, 18enne di belle speranze e capace di correre 1025 nei 100 metri, ai mezzofondisti Crippa, vent'anni da compiere a Desalu, Jacobs e Rossit. Resta ancora la delusione per il flop di Alessia Trost, un talento cristallino da recuperare. Senza la maratona in calendario, per le Olimpiadi riavvicinate, Daniele Meucci non ha potuto difendere il titolo sulla distanza lunga di Zurigo, ma si è difeso col bronzo sui 21km.
A sorpresa, invece, Veronica Inglese ha preso le veci della Straneo (assente ad Amsterdam) e ha conquistato un bellissimo argento.
Questi due metalli agguantati nella mezza maratona, aggiunti a quelli dei risultati di squadra (argento le donne, bronzo gli uomini) e agli ori di Gimbo e Grenot certificano l'inversione di rotta di tutta la disciplina. Il futuro, per il momento, appare più roseo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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