Calcio

Il terzo tentativo di punire la Signora: senza coppe e un danno fino a 50 milioni

Si rifà il processo sulle plusvalenze per rimodulare la penalizzazione

Il terzo tentativo di punire la Signora: senza coppe e un danno fino a 50 milioni

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Il terzo tentativo di punire la Signora: senza coppe e un danno fino a 50 milioni

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Un anno e cinque giorni dopo, si torna al via come nel Monopoli. La sesta udienza e la successiva terza sentenza dovrebbero essere le ultime sul caso plusvalenze legato alla Juventus e saranno un passaggio fondamentale per il secondo filone d'inchiesta, quello sulla manovra stipendi, sui rapporti con gli agenti e sulle partnership con altri sei club, che conoscerà il primo verdetto verso il 20 giugno.

Il Collegio di Garanzia poco più di un mese fa aveva rispedito al mittente (ovvero la Corte d'appello Figc) la sentenza di un -15 in classifica. Se l'accusa di slealtà sportiva è stata confermata - nessuna assoluzione per i dirigenti -, l'organismo presso il Coni ha parlato di rimodulazione della penalizzazione da parte della Corte federale. Dunque la slealtà della Juventus quanto può valere? Secondo il procuratore federale Chinè, che in secondo grado nel precedente processo aveva richiesto un -9, tanto da meritare una corposa penalizzazione. Attorno alla decisione ruota il principio di afflittività, ovvero togliere qualcosa al colpevole, nel caso del club bianconero la partecipazione alla prossima Champions.

Il Codice di giustizia sportiva prevede che la Juve possa richiedere lo spostamento della penalizzazione al campionato 2023-24 e la norma prevede che prima venga stabilita la sanzione, poi vedere se può essere afflittiva sulla stagione in corso o vada spostata in quella successiva. Ma a quel punto non è da escludere un intervento dell'Uefa che «privi» delle Coppe a tavolino la squadra bianconera, che deve ancora disputare tre gare di A (la prima stasera a Empoli, poi la sfida in casa col Milan e infine quella di Udine). Un'altra possibilità è che il club torinese centri l'obiettivo di concludere il primo processo con una penalità che le consenta di restare all'interno della zona Europa e senza penalizzazioni per il prossimo anno, in modo che anche in caso di esclusione da parte del massimo ente continentale del calcio, la Juve possa concentrarsi solo sul campionato di A non iniziando però con un handicap di punti la stagione.

Di sicuro i bianconeri hanno messo già in conto una perdita economica di un certo livello (minimo 10 milioni per la «retrocessione» al quarto posto ma l'esclusione dalle Coppe renderebbe almeno cinque volte più grande il danno). L'Uefa, che aveva annunciato un'inchiesta autonoma sulle vicende della Juventus, ora resta alla finestra e potrebbe anche «accontentarsi» (ipotesi difficile) delle pene inflitte dalla giustizia sportiva italiana. Chiamata a esprimersi poi a giugno sul nuovo filone stipendi, con un possibile patteggiamento non trovato nella fase del predeferimento: una multa salatissima che potrebbe arrivare a tre volte «l'ammontare illecitamente pattuito e corrisposto» e una penalizzazione fra i 3 e i 5 punti. Ma di tutto questo si potrà parlare solo dopo la sentenza di oggi.

«C'è un processo in corso, non spetta a me giudicare o commentare», così il presidente Figc Gravina.

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