Torino - Llorente nel recupero, quarto gol in campionato, sesto in stagione, tre punti ai Campioni d'Italia, le altre non riescono neppure a stare in scia, quasi strafuga. Guidolin era convinto di essere arrivato in cima, anche se dirà il contrario, aveva messo giù un gruppo da lotta e sembrava proprio che l'avesse indovinata, poi il gol del basco proprio quando lui e Tevez sembravano esauriti.
La Juve non ha fatto una partita memorabile, perso Pirlo il tasso creativo del centrocampo è parso scontato, in fase involuta Marchisio, fuori giri Vidal, sui medesimi livelli Pogba. Pirlo è uscito al quarto d'ora dopo steccata scientifica di Lazzari al 4'. Ha retto ancora una decina di minuti ma zoppicava, Conte l'ha tolto (facendo gli scongiuri perché sia solo una botta al ginocchio e non una distorsione) e la riga di mezzo ne ha pagato le conseguenze. Forse Marchisio soffre tutti i titoli che gli stanno rubando i colleghi di reparto ma è indubbio che abbia smarrito freschezza e grinta, Vidal dava l'idea che fosse lì per fare una cortesia, Tevez ha fatto la punta, il funambolo, l'uomo assist, e senza il suo senso del dovere si sarebbe visto poco. Di sicuro l'Udinese ha collaborato al minimo salariale, l'arma letale resta Totò Di Natale. Ieri sera ha giocato di tacco in mezzo a tre con una calma che sui nostri campi è bandita, ha mandato fuori giri chi gli stava attorno e a Bonucci ha fatto fare un paio di giri in giostra. Sempre Buffon (imbattuto da sei partite) a rimediare. La prima quando Di Natale ha rubato il tempo a quell'impalato del centrale bianconero, si è diretto verso Buffon e come si è trovato a un paio di metri ha tentato un sombrero abbastanza irriverente. Il portiere ha spinto sui reni e glielo ha intercettato con la punta dei guanti, poi la difesa Juve ha allontanato. A quel punto Di Natale ha fatto partire un applauso in direzione di Buffon e ha commesso il secondo errore del minuto 30: doveva rivolgerlo a Bonucci che gli aveva offerto l'assist migliore di tutta la sua partita e di quella dell'Udinese. Poi il centrale c'è finito in mezzo un'altra volta a metà ripresa. Di Natale gli ha fatto passare la palla sopra la testa con un colpo di tacco, ha aperto senza guardare per Lazzari che ha stangato: Buffon in angolo sopra la traversa. Belle cose.
L'Udinese brava nel palleggio, punto. Verso la metà della ripresa la Juventus ha accelerato e l'ha chiusa senza pietà nella sua metà campo, l'ingresso di Badu non è servito a dare respiro e le sostituzioni di Padoin e De Ceglie per Lichtsteinter e Quagliarella hanno fatto il resto. La rete è arrivata tardi, nel recupero, ma è solo un dettaglio, la partita era segnata da almeno mezz'ora. Ci aveva provato ancora Di Natale e ancora Buffon, con un doppio intervento che fuga ogni possibile remora sul suo stato mentale e fisico, ha sventato con grande classe. Perché poi alla fine sia lui che Brkic sono stati protagonisti, nonostante la partita non fornisse grandi entusiasmi. Ma Pirlo ieri sera ha dato l'idea di essere ancora una grossa fetta della torta, e tolto lui nessuno è risucito a farsi avanti con coraggio. Nel finale tutto Juve ci hanno provato Tevez, Quagliarella, Pogba, Llorente, ancora Tevez addirittura dai quaranta metri. Poi Llorente ha stabilito le distanze, con l'Udinese e il resto del campionato che rischia di essere un deja vu delle due stagioni precedenti. Ieri sera la gente lasciava lo Juventus stadium e commentava: se non si vince con dieci punti di vantaggio, si vincerà con nove.
Non ne è per nulla convinto Antonio Conte: «Non dimentichiamo che la Roma tre giornate fa era a +5», ricorda con esasperato realismo. Anche se poi ammette: «Ho aspettato fino a un quarto d'ora dalla fine per giocarmi il tutto per tutto e inserire un attaccante in più.
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