I piani sono fatti. Poi c'è il calcio, il pallone che rotola, insomma la complicazione al potere. Ovvero gli argomenti sui quali Thohir è meno ferrato. Erick mister Sms Thohir è ripartito dall'Italia dopo aver distribuito cariche e idee, si è preso l'applauso dell'assemblea dei soci, il contenuto plauso di Moratti che ha fatto notare il gioco delle scatole cinesi inventato da Thohir: «Prima c'era una persona che garantiva tutto, ora ci sono delle società, la stessa Inter che garantisce».
Ancora una volta ET ha dato la sensazione di essere un appassionato manager finanziario, che si sbatterà per riportare l'Inter all'equilibrio economico. «E rendere il club più sostenibile». Poi ci vorrebbe anche un presidente calcistico. Magari imparerà. Per ora ci prova con le novità: un piano quinquennale e una nuova società, controllata dall'Inter, alla quale è stato conferito un ramo d'azienda dove far confluire gli introiti dalle tv e dagli sponsor. Il resto spetterà all'Inter. Compresi i ricavi dalla biglietteria «che andranno decisamente aumentati».
Thohir ha spiegato così la strategia, un po' meno il rapporto con le banche che dovranno decidere (entro fine giugno) se concedere le linee di credito che permetteranno di togliere lo scomodo peso del debito dalle spalle di Moratti. Le banche indonesiane avevano già rifiutato l'idea. In Italia invece... «Le banche ritengono il business plan sufficientemente prudente. I primi 15 club europei hanno ricavi minimi di 260 milioni di euro mentre l'Inter è sotto i 200. Bisognerà rendere la società sana aumentando i ricavi, con una presenza globale sui mercati e con disciplina finanziaria».
Poi c'è il calcio. Thohir ha spiegato che gli investimenti sui giocatori tengono presente anche le esigenze del merchandising. «L'Asia ha 120 milioni di tifosi Inter: e tanti conoscono Nagatomo. Vidic è un giocatore del Manchester, nel campionato fra i più seguiti. Abbiamo pagato tanto Hernanes, ma il Brasile è uno dei mercati più importanti».
Thohir non fa nomi per il futuro. «Dzeko, Morata? Prima firmo e poi lo dico. Ma ci servono un uomo di fascia, un difensore, un attaccante». Allunga una idea realistica. «Oggi l'Italia non si può permettere di spendere 100 milioni per un Bale come ha fatto il Real». Va in controtendenza con Moratti sugli allenatori. «Sono contrario a cambiare spesso tecnico». Ha garantito che Zanetti resterà in società.
Infine una battuta sull'ipotesi Del Piero per il Dc United. «Non ho informazioni, altrimenti sarei il primo a saperlo. Ma nella Major League c'è un salary cap di tre milioni».
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