L'Inter gongola, Massimo Moratti pure. L'onda verde di Stramaccioni ha lasciato il segno e spazzato via polemiche e dubbi, ripensamenti e problematiche varie. Già la vittoria sulla Fiorentina aveva rialzato i cuori del popolo interista, oltre che cancellare il tabù del Meazza, ma domenica sera ancora Meazza sarà e, fortunatamemte per la banda di Strama, in trasferta. E allora i nerazzurri gongolano davvero perché lontano da casa, finora, non hano mai sbagliato un colpo, con 5 vittorie e appena un gol incassato. Cose da grandi, non da bambocci seppur di talento come quelli visti a Baku. Nella capitale del petrolio (per la lontananza e i disagi del viaggio si erano lamentati tutti dopo il sorteggio, ad eccezione del petroliere Moratti) l'Inter di colpo ha quadrato il cerchio, o quasi: difesa, giovani, vittoria.
E ora il derby, la partita che dirà la verità sulle reali condizioni non solo dell'Inter, ma anche del Milan; dove si vedrà chi potrà aspirare a rincorrere con un minimo di successo il tandem di testa Juve-Napoli. Un derby che nasce abbastanza strano all'ombra di una classifica così poco bauscia, con 5 punti di distacco tra i nerazzurri, terzi e i rossoneri, undicesimi. Con uno stadio che non sarà pieno vista la disaffezione dei tifosi (finora venduti 66.661 biglietti), con un considerevole calo degli abbonamenti.
«Ma è pur sempre un derby, una partita che sfugge ad ogni pronostico», il commento di Massimo Moratti, braccato come al solito da telecamere e taccuini all'uscita dalla Saras. Noi ci arriviamo con tante speranze di fare bene come a Baku. Inter favorita? Nel derby non si sa mai, ma è meglio non pensarci». Anche perché, insegna la storia, la maggior parte delle volte che una tra Milan e Inter si è presentata come favorita, ha immancabilmente perso la partita e anche Moratti tocca tutti gli amuleti possibili quando qualcuno azzarda i nerazzurri come favoriti. E allora il rifugiarsi nel «nessun favorito» è davvero un'ancora di salvezza per il presidente nerazzurro.
Ma sarà anche una sfida all'insegna della gioventù tra il Faraone rossonero Stephan El Shaarawy, classe 1992 e il piccolo fantasista brasiliano Philippe Coutinho, 20 anni, ognuno con la propria storia personale: coccolato il Faraone fin da quando è arrivato dal Genoa, scolaretto a imparare all'ombra di Ibra, mandato il secondo a maturare in Spagna (con grande successo) e rientrato corroborato nel fisico e nel morale. Sarà loro la sfida dei domani, sempre che Stramaccioni non intenda cautelarsi con la sola punta Milito, il genio Cassano (ma come si fa a lasciarlo fuori) e una novità sulla destra, magari il rientrante Palacio. Difficile però che il giovane tecnico romano possa rinunciare al Coutinho di questi chiari di luna. Il giovanotto aveva impressionato contro la Fiorentina e giovedì sera contro il Neftci ha letteralmente dato spettacolo con un gol di tacco degno di entrare nell'antologia del calcio. Come d'altronde le 5 perle del Faraone la dicono lunga su chi saranno puntati i riflettori del Meazza, anche perché il ct azzurro Prandelli ha sempre più il rossonero nel mirino.
Senza dimenticare un ex dal dente avvelenato come Pazzini, che ancora non ha capito perché Stramaccioni l'abbia fatto andare via. Insomma.
Tutti gli ingredienti per un grande derby, con un Milan rinvigorito nel morale ed esaltato dalla forma straordinaria di Abbiati (da valutare però il dispendio fisico dei rossoneri contro i russi), mentre l'Inter potrà presentare i «senatori» ben riposati. E allora, buon derby a tutti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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