
È il volto nuovo del ciclismo italiano e anche dello sport azzurro che sogna in prospettiva di Tokyo. Filippo Ganna ha la faccia del bravo ragazzo, un fisico da granatiere e un sorriso che incanta. Con lui oramai si va sul sicuro, soprattutto nelle prove a cronometro: è sempre il favorito. Come oggi, con la seconda tappa al UAE Tour, prima prova di World Tour del calendario: 13 km a Al Hudayriat Island.
Filippo, siamo pronti?
«Sto bene, e spero di poterlo dimostrare anche oggi».
L'ultima prova contro il tempo che ha perso è stata in Argentina, 13 mesi fa alla Vuelta San Juan, dove fu superato dal fenomeno belga Remco Evenepoel.
«Ogni corsa è una sfida nuova. Le vittorie ottenute sono carburante che aiutano a vincere, ma guai a vivere di ricordi».
Da allora, sette prove contro il tempo e sette vittorie.
«Speriamo di fare otto».
Un anno fa l'esplosione al Giro d'Italia, con quattro affermazioni personali (tre cronometro e la tappa di Campitello Silano), ma anche sulla pista di Imola dove, dopo quattro titoli mondiali nell'inseguimento su pista, ha conquistato quello della crono su strada.
«Il 2020 è stato un anno molto difficile e complesso per la pandemia che ha condizionato e tutt'ora condiziona il mondo, però sono riuscito a ritagliarmi grandi soddisfazioni. Quest'anno ho già ottenuto qualche buona indicazione, vincendo la breve crono (11 chilometri) di Alès, seconda vittoria consecutiva dopo la tappa in linea al termine di una lunga fuga all'Etoile de Besseges in Francia, dove non sarei nemmeno dovuto andare. Difatti, inizialmente avevamo in programma la Valenciana, ma dopo l'annullamento per questioni Covid, abbiamo virato deciso verso la Francia, e devo dire che ci è andata bene».
I suoi programmi?
«Dopo il Uae Tour (21-27 febbraio), correrò in Italia la Tirreno-Adriatico (10-16 marzo) e la Milano-Sanremo (20 marzo)».
Beh, la Sanremo potrebbe essere alla sua portata: anche un grande cronoman come Fabian Cancellara è riuscito a farla sua.
«Se è per questo Fabian ha vinto anche tre Fiandre, tre Roubaix, un Giro di Svizzera, una Tirreno, otto tappe al Tour, tre alla Vuelta, 4 titoli mondiali della cronometro, 2 ori olimpici Insomma, qualcosa ha vinto».
Però non ha risposto: a Sanremo con quali ambizioni?
«Noi come Ineos Grenadiers saremo tutti per Micha Kwiatkowski, però è chiaro che se dovessi trovarmi lì nel finale...».
Quest'anno c'è anche quel doppio impegno olimpico a Tokyo, visto che andrà a caccia dell'oro sia nella crono individuale, sia nel quartetto dell'inseguimento.
«Cosa vuole che le dica? Quello è un pensiero fisso. So che posso e possiamo fare bene. Farò di tutto per arrivarci al top».
Come si trova a correre con tutte le restrizioni del caso e tutti i tamponi da fare per mantenere la bolla?
«Se vogliamo svolgere il nostro lavoro, non c'è altra scelta. È il prezzo che bisogna pagare e tutti siamo consapevoli della situazione. Ciò che pesa di più è l'incertezza sui programmi».
Dopo il volto iridato di Imola, ha avuto anche il Covid-19. Su Tokyo c'è un grosso punto interrogativo, cosa ne pensa?
«Io
resto ottimista. Vaccino per gli atleti olimpici? Non bisogna passare davanti a nessuno, ma vaccinare prima le categorie più deboli ed esposte, se poi al momento opportuno avremo la possibilità di farlo pure noi, ben venga».