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"Da Torino a Milano-Cortina. Nel 2006 accesi il braciere, adesso sarò la prima tedofora"

Oggi a Olimpia il rito della fiamma. Poi la torcia passerà a Stefania Belmondo e Zoeggeler. La grande fondista si racconta

"Da Torino a Milano-Cortina. Nel 2006 accesi il braciere, adesso sarò la prima tedofora"
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La Fiamma Olimpica che arderà per tutta la durata dei Giochi Olimpici di Milano Cortina 2026 sarà accesa oggi a Olimpia, ma causa maltempo non davanti al Tempio di Hera, dove nacquero i Giochi quasi tre millenni fa bensì all'interno del Museo Archeologico. Una sacerdotessa (l'attrice Mary Mina, nell'occasione) eseguirà un rituale nel quale invocherà il dio Apollo e poi, una volta accesa e collocata in un'urna, la fiamma verrà consegnata al primo tedoforo (il canottiere greco Petros Gaidatzis) insieme a un ramo d'ulivo, simbolo di pace. A quel punto toccherà a Stefania Belmondo, insieme ad Armin Zoeggeler, prendere in mano la torcia che il 4 dicembre, dopo aver fatto il giro della Grecia, sbarcherà a Roma Fiumicino.

Prima fondista azzurra a vincere alle Olimpiadi (dieci podi), in Coppa del Mondo e ai Mondiali, la cuneese ha già acceso il braciere nella cerimonia d'apertura dei precedenti Giochi italiani, e rappresenta dunque un ponte ideale con l'edizione di Milano Cortina 2026.

Stefania, è emozionata?

"Sì, tantissimo. È un piacere enorme. Ringrazio il CONI e la Fondazione Milano Cortina per avermi scelta. Con me in questo viaggio ci sarà pure Zoeggeler, anche lui carabiniere: è un orgoglio per l'Arma".

È la sua prima volta in Grecia?

"No, ero stata ad Atene ma è la prima volta ad Olimpia!".

In che ruolo la vedremo durante i Giochi?

"Starò a Milano e farò la commentatrice televisiva per la RAI nella trasmissione Notti Olimpiche".

Come sta il suo sci di fondo che in questi anni è stato trascinato solo da Chicco Pellegrino?

"Ci sono alcuni giovani bravi. Penso a Maria Gismondi, a Martino Carollo. Questi ragazzi si stanno impegnando tantissimo e sono sicura che avranno delle grandi soddisfazioni. Sarà una bella Olimpiade".

Forse non ci sarà la Russia.

"Non entro nel merito della scelta, ma posso dire che la Russia è sempre stata uno dei Paesi più forti nel fondo e mi dispiace. Vedremo cosa deciderà il CIO".

Ai suoi tempi, alcune russe baravano col doping.

"Purtroppo è andata così, probabilmente avrei potuto vincere di più".

Che ricordi ha di Pragelato e dell'ultima Olimpiade italiana?

"Ricordi magnifici e stupendi: dall'emozione di essere stata l'ultima tedofora all'aver commentato in tv l'oro di Giorgio Di Centa e della staffetta. Quell'Olimpiade è rimasta impressa nella mente di tutti noi italiani".

Dopo Salt Lake City 2002 decise di ritirarsi per dedicarsi alla famiglia anziché continuare. Lo rimpiange?

"Ogni tanto ci penso e dico che mi sarebbe piaciuto essere lì per gareggiare davanti alla mia gente. A Pragelato, tra l'altro, il fondo femminile andò per l'ultima volta a medaglia ai Giochi. Mi ritirai al top perché avrei potuto seguire bene i miei due figli e mi sarei sentita in colpa nei loro confronti. Adesso li guardo, sono due giganti".

Cosa fanno loro adesso?

"Mathias, il più grande, lavora col papà. Lorenzo sta facendo il corso per diventare maestro di sci alpino. Fa anche qualche gara. Gli piace la velocità".

Dispiaciuta che non facciano fondo?

"No, anzi mi chiedono: Mamma, ma che sport hai fatto?, si meravigliano. Perché è tanto duro".

Infine, tra

poco verranno scelti i portabandiera. Chi lo farà?

"Pellegrino se lo meriterebbe, mentre al femminile con Goggia e Brignone la concorrenza è più agguerrita. Invece un'idea per l'ultimo tedoforo ce l'avrei: Tomba".

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