Tormentone Italia. Se il dopo Prandelli è un altro Prandelli

Lui vuole tornare ad allenare un club, ma non ha offerte Il presidente gli chiederà di proseguire fino all'Europeo

Tormentone Italia. Se il dopo Prandelli è un altro Prandelli

La scadenza è dietro l'angolo. Dopo Madrid promisero Giancarlo Abete, presidente della federcalcio e Cesare Prandelli, ct della Nazionale. E dopo Madrid ci sarà il vertice. La prossima settimana, con raduno a Milano, presentazione della maglia mondiale e partenza per la capitale spagnola, comincia la preparazione alla prima e unica amichevole (con la Spagna) che deve portare dritto dritto al mondiale del Brasile. La data è già fissata anche se non resa pubblica: durante il mercoledì dedicato alla Champions secondo talune indiscrezioni. Giancarlo Abete può presentarsi all'incontro a carte scoperte. Ha promesso e ripetuto che non avrebbe allacciato alcuna trattativa per la panchina della Nazionale senza prima conoscere le scelte dell'attuale Ct e così ha fatto. Nemmeno una telefonata ha sprecato, un sondaggio diretto o indiretto, niente. Ha tenuto fede all'impegno preso. Tutte le candidature, possibili o improbabili, sono state illustrate dai media. Alla fine sono rimasti sul tavolo due nomi: Max Allegri, reduce dal quadriennio milanista, e Alberto Zaccheroni che scorterà in Brasile il Giappone. Dal suo canto Cesare Prandelli è rimasto in attesa di uno squillo. Il suo prestigioso cognome è stato accostato al Tottenham (per la presenza di Franco Baldini), al Milan (quando nessuno immaginava che Seedorf avesse la corsia preferenziale per tornare a Milanello). Altre destinazioni vengono considerate impraticabili. Per esempio un ritorno a Firenze: i suoi rapporti con i fratelli Della Valle, dopo i noti “botta e risposta”, sono precipitati in fondo a un pozzo nero. Neanche fantasiosi giri di panchine (via Conte dalla Juve) si possono conciliare col futuro di Prandelli. Con la residenza eletta a Firenze, andrebbe incontro a troppe incomprensioni. Allora cosa potrà raccontare Prandelli ad Abete nel prossimo incontro? Di sicuro la verità. E cioè che al momento non c'è alcuna trattativa in corso nemmeno da parte sua. Di qui però la domanda delle cento pistole che il presidente federale rivolgerà al suo Ct: «Ma lei, caro Prandelli, se la sente di restare in sella fino al prossimo europeo?». E qui le ipotesi in piedi sono ancora due: a) la più consistente fa immaginare una disponibilità del Ct a proseguire nella sua missione, confermata tra l'altro dai prudenti giudizi sul girone di qualificazione; b) la seconda prevede, nonostante lo scenario attuale che può anche modificarsi nelle prossime settimane, una conferma dell'intenzione di passare dal ruolo di selezionatore a quello di allenatore. Restando quindi fermo per qualche mese in attesa di una proposta interessante.

In questo caso, il presidente Abete deve mettersi al lavoro e scegliere il suo successore. E qui il primo nome sulla sua agenda è quello di Max Allegri che, dopo l'esonero, ha tenuto un profilo molto basso, dedicandosi alla famiglia (viaggi a Livorno per vedere il figlio Giorgio) e allo studio (Parma-Fiorentina l'ultima partita visionata con negli occhi la magnifica esibizione di Antonio Cassano) prima di dar vita a un tour di Champions che lo porterà a Londra. Allegri ha tutti i requisiti per corrispondere alle esigenze della federcalcio. È libero e può cominciare a lavorare subito per il club Italia che già a ferragosto deve presentarsi in campo con l'amichevole, conosce alla perfezione alcuni esponenti del gruppo, da Montolivo a Balotelli, col quale si è lasciato con un grande abbraccio e qualche lacrimuccia. Con Chiellini della Juve c'è l'affinità elettiva anagrafica.

L'unico eventuale contenzioso è stato eliminato dall'interessato poiché Andrea Pirlo ha già annunciato l'intenzione di chiudere dopo il Brasile, al terzo mondiale consecutivo. Allegri potrebbe essere seguito nell'avventura da Mauro Tassotti che non è certo entusiasta della considerazione riscossa presso Seedorf che ha eletto Valerio Fiori come interlocutore privilegiato dello staff tecnico.

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