Ritorna anche Michel Platini. Non solo la Champions League. Le Roi stasera sarà in tribuna al fianco di Andrea Agnelli per Juventus-Tottenham. Una scarica di adrenalina sulle note della musichetta che di fatto fa entrare nel vivo la stagione. Adesso si fa sul serio dopo aver scherzato, ma non troppo, nei gironi. Dentro o fuori, senza possibilità di sbagliare perché il margine di errore è ridotto. Sfida vera, tutta da scoprire e soprattutto senza favoriti: si alza l'asticella e ieri il presidente Agnelli ha voluto seguire la rifinitura della Signora. Non inganni la storia tra chi ha fatto due finali nelle ultime tre edizioni e chi non è mai andato oltre i quarti di finale. Guardare indietro è pericoloso: le ultime cinque volte contro un squadra della Regina, la Juventus è stata eliminata; Allegri chiuse la sua prima Champions da allenatore, sulla panchina del Milan, proprio contro il Tottenham.
Solo un superficiale, parola di Chiellini, può aver esultato al sorteggio di dicembre che ha regalato un inedito a livello continentale. Quindi la Signora all'esame degli Spurs, una sorta di Napoli d'Inghilterra per la bellezza del gioco, che si è dato un tono in Europa battendo il Real Madrid e vincendo il suo girone. Squadra poco inglese, allenata da quel Mauricio Pochettino, argentino con antenati piemontesi.
Il bunker della Signora, zero gol presi nel 2018, alla prova dell'uragano e del suo attacco. Il tema della partita l'hanno anticipato le strategie di comunicazione della società alla vigilia: da una parte ha parlato Giorgio Chiellini, dall'altra Harry Kane. Il numero dieci degli Spurs si presenta a suo dire nel momento migliore della sua carriera, con la carica dei cento-e-uno gol segnati in Premier League. Il leader della classifica della Scarpa d'oro, vuole diventare grande anche in Europa. Al pari di Gonzalo Higuain che con la Champions ha sempre avuto un rapporto controverso. L'Uragano contro il Pipita è uno dei tanti duelli che possono accendere la partita. A loro tocca quello del gol; tra Pjanic ed Eriksen sarà sfida a chi fa circolare meglio le idee; Douglas Costa e Alli si giocheranno il guizzo vincente. Questi tra quelli che ci saranno. Senza dimenticare l'ex, quel Fernando Llorente, che due anni fa con un gol dell'ex ai tempi del Siviglia condannò la Signora al secondo posto del girone; quindi al Bayern Monaco che significò eliminazione.
Poi ci sono gli assenti. Pesa la rinuncia di Pochettino ad Alderweireld nella difesa tutt'altro che impermeabile. Ma Allegri non ha tre titolari: Dybala, Cuadrado e Matuidi. Può sorprendere, ma è proprio il ko di quest'ultimo a complicare le cose. L'assenza dell'equilibratore francese obbliga l'allenatore bianconero a inventarsi qualcosa: «Vediamo come mi sveglio». Dal sostituto di Matuidi (Sturaro più di Bentancur) fino al ritorno del trequartista.
Il nodo, quindi, è che Juve sarà. Quella spenta vista contro la Viola o quella autoritaria di coppa Italia a Bergamo. Allegri da copione firmerebbe «per non prendere un gol» e a Pochettino che parla di «Juventus favorita» replica con un «cinquanta e cinquanta» di andare a avanti. «Servirà segnare qualche gol in più rispetto al girone. Bisognerà andare a prendersi la qualificazione a Londra», ammonisce Max. Significa Wembley perché il Tottenham se lo sta costruendo il suo di stadio. Pochettino dice: «Vogliamo imparare dalla Juventus». Che l'Italia, meglio la Signora, abbia qualcosa ancora da insegnare alla ricca Premier League, è comunque una piccola soddisfazione.
Una vittoria di cui andare fieri, prima di inseguire quella sul campo. Allegri che su questo palcoscenico ha dimostrato di saperci stare, detta la ricetta ai suoi per il successo: «Coraggio, spensieratezza e incoscienza. E l'aiuto dei tifosi».
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