Il Toro frena la Roma. Finita la corsa record

E l'imbattibilità di De Sanctis si interrompe dopo 744'. Al gol di Strootman ribatte il fantasista tifoso giallorosso

Il Toro frena la Roma. Finita la corsa record

Ci voleva il Toro. E ci voleva Alessio Cerci: Roma fermata sull'1-1, primo mezzo passo falso da quando è iniziato il campionato. Alla fine i granata festeggiano come se avessero vinto il derby, mentre i giallorossi si rammaricano per l'occasione persa e si lamentano anche per la mancata concessione nel finale di un rigore per intervento di Bellomo su Maicon: se anche Banti avesse fischiato, però, avrebbe dovuto concedere una punizione dal limite e non altro. Quanto al Toro, anche lui avrebbe di che dolersi per un mano di Balzaretti su azione d'angolo che assomigliava tanto a quanto accaduto un paio di settimane fa in quel di Napoli, quando fu Glik a essere sanzionato.

Comunque sia, grande Toro e Roma un po' rimpicciolita che vede assottigliarsi a tre i punti di vantaggio rispetto a Napoli e Juventus: nulla di tragico ma De Rossi e compagni, passati in vantaggio nel primo tempo, hanno poi concesso troppo campo a un Toro che non aspettava altro. Quando poi si ha in squadra un giocatore come Cerci, cresciuto nella capitale e con il dente avvelenato per vari motivi, meglio aspettarsi sconquassi. Puntualmente arrivati: cerchietto in testa e motorino nelle gambe, il granata non si è mai fatto prendere da Balzaretti e da chiunque gli si parasse davanti. Così, dopo il gol di Strootman (tocco facile da centro area, dopo iniziativa di Pjanic e dormita di metà della difesa granata), il pupillo di Ventura si è preso la squadra sulle spalle e l'ha letteralmente trascinata: una punizione appena alta per cominciare, una conclusione da fuori area per fare capire a De Sanctis che la serata non sarebbe stata poi tanto tranquilla, un assist per El Kaddouri per chiudere il primo tempo. Poi, nella ripresa, altro show e non solo suo: Meggiorini, fino a quel momento solo stopper su De Rossi, prima si inventa un sinistro al volo che impegna De Sanctis, poi si fa beffe di Benatia e mette proprio Cerci a due passi dalla porta per il meritato pareggio.

Meritato, sì: perché la Roma, dopo il vantaggio, si era un po' addormentata e rattrappita senza che a Torino facesse tutto questo gran freddo. De Sanctis perdeva la sua imbattibilità che durava da 744 minuti, ma soprattutto adesso i giallorossi devono reinventarsi una partita d'attacco: entra Ljajic per Borriello, Pjanic (e poi lo stesso Ljajic) gioca da finto centravanti, poi De Rossi va a fare il centrale con l'inserimento di Marquinho in attacco. Schiuma rabbia, la Roma: reclama un rigore per un intervento su Pjanic appena prima della mezzora, poi fa altrettanto per un tocco di Bellomo su Maicon avvenuto però prima che il brasiliano entrasse in area. Per Banti, comunque, tutto regolare e allora Padelli tira un sospiro di sollievo salvo poi prendersi gli applausi deviando una punizione di Ljajic. L'ultimo brivido è per un sinistro alto di Marquinho, dopo il quale si va dritti negli spogliatoi: con negli occhi una prestazione mostruosa di Alessio Cerci, omaggiato da una standing ovation al momento del cambio, e la certezza che dalla settimana prossima comincerà un altro campionato. La Roma ha tutte le carte in regola per ricominciare a vincere: sarà però interessante verificare come Garcia e l'ambiente gestiranno il primo quasi stop della stagione.

«Abbiamo giocato tutta la partita per vincere, anche sull'1-1 abbiamo attaccato e questo comunque mi è piaciuto - il commento del tecnico giallorosso -. Non possiamo vincere sempre, ma un pareggio in trasferta non è un risultato negativo. E comunque per noi questo record non era un peso. L'arbitro? Io faccio il mio mestiere, lui il suo».

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