
Houston, hanno un bel problema. In casa Uae Team Emirates XRG non ci pensano assolutamente a metterci mano. Isaac Del Toro, la prima maglia rosa messicana della storia, e Juan Ayuso, lo spagnolo catalano appena sotto e staccato di 73 secondi, avranno carta bianca: li lasceranno fare.
Ieri conferenza stampa congiunta, con il primo e il secondo e in mezzo Joxean Matxin Fernandez, general manager della formazione emiratina. La maglia rosa certamente più distesa, il catalano più intento a guardare le notifiche sul cellulare. «Vestire questa maglia è un sogno, ma io sono pronto a servire la squadra», fa sapere il messicano. Oggi cronometro da Lucca a Pisa: 28 km veloci. Ayuso, a dispetto dei suoi 22 anni e due punti di sutura al ginocchio destro, ricordo della tappa di domenica, sa come si fa. Il 21enne messicano è alla sua prima crono importante in un Grande Giro. «So che molti si stanno interrogando su come faremo a gestire due galletti nello stesso pollaio ci spiega Fabio Baldato, tecnico della Uae -: meglio averne due che non sapere cosa fare in questo Giro».
Houston, hanno un bel problema in casa Uae: gestire due piccoli talenti che scalpitano e sono ambiziosi. «L'importante è avere portato a casa un gran bel risultato, questo è davanti agli occhi di tutti», aggiunge Ayuso.
Intanto, i problemi sono per chi deve recuperare il tempo perso.
Ad incominciare da Roglic, che è là a 2'25 dalla maglia rosa e a 1'12 da Ayuso: chi è messo peggio? Sta meglio il nostro Antonio Tiberi, che è terzo nella generale a 1'30 da Del Toro e a 17 dal secondo posto e oggi nella crono tra Lucca e Pisa ha la concreta possibilità di mettere a terra le proprie doti di cronoman. Houston abbiamo un problema: e se quei due andassero davvero sempre d'accordo?
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