Il toto-Suarez unico problema dell'Uruguay

Girone di ferro. La Celeste prepara la sfida con la Costa Rica. Tabarez prudente: "Se non ne avremo bisogno, non lo metteremo in campo"

Il toto-Suarez unico problema dell'Uruguay

L'Uruguay inizierà il Mondiale senza «El Pistolero». Nel debutto di domani a Fortaleza, Tabarez terrà ancora a riposo Luis Suarez, operato al menisco il 22 maggio scorso e chiamato a un recupero prodigioso. Ieri l'attaccante è sceso in campo con i compagni per la seduta di allenamento, ha corso e ha svolto tutti i movimenti senza forzare, ma anche senza avvertire dolore. Situazione che ha fatto tirare un sospiro di sollievo a tutta la spedizione della Celeste, ma è chiaro che precauzionalmente il calciatore verrà tenuto fuori con il Costarica e preservato per le sfide più difficili.
«Non posso ancora dire quando potremo far affidamento su Suarez. Abbiamo le nostre esigenze ma se non ci sarà la necessità non lo metterò in campo», spiega il ct dell'Uruguay. E l'incognita Suarez sarà la costante del torneo dei sudamericani: il giocatore diventerà oggetto di un'asta nel mercato postmondiale, con il Real già pronto a versare 90 milioni per assicurarsi le prestazioni del bomber della Premier League (31 reti come Shearer e Cristiano Ronaldo, gol che hanno portato i Reds a un passo dal titolo inglese), ma intanto vuole essere protagonista in Brasile. «È il miglior attaccante che una nazionale può avere», l'elogio di Maradona.
L'obiettivo è recuperare la punta del Liverpool - 39 gol in 77 partite con la Celeste - per la sfida del 19 a San Paolo contro l'Inghilterra. Come contromisura per abbattere la resistenza del Costarica - questa almeno è stata la prova tattica della seduta di ieri nel quartier generale dell'Arena do Jacará di Sete Lagoas -, Tabarez pensa a un 4-2-3-1 con Cavani unico terminale offensivo, Forlan - alle prese mercoledì con problemi gastrointestinali - un metro indietro e Stuani sull'esterno insieme a Rodriguez. L'alternativa è Stuani schierato come mezzapunta alle spalle del Matador. L'attaccante ex Reggina ha stupito tutti nel cammino premondiale: sei partite giocate, cinque gol, due dei quali decisivi proprio nelle ultime due uscite della Celeste.
E ora Stuani - dato in gran forma - si candida per non essere uno dei 23 della rosa. Se in Calabria non ha lasciato il segno, in Spagna, con la maglia dell'Espanyol è diventato leader e trascinatore. Tabarez si fida molto di lui, tanto che da tempo ha vinto la concorrenza del giovane Abel Hernandez, appena risalito in serie A con il Palermo. Sarà lui l'arma in più per cercare di scardinare la buona difesa costaricense.
La straordinaria nazionale uruguayana - due titoli mondiali e tanti piazzamenti per questo paese di soli 3,5 milioni di abitanti - non si nasconde, neppure nel girone di ferro. «Avere tre campioni del mondo nel proprio gruppo - ha sottolineato più volte Tabarez - evidenzia il livello del torneo. Conosciamo molto bene i nostri avversari e il loro valore, il minimo che si possa dire è che ci sarà concorrenza... il resto toccherà a noi».

Il mondiale della Celeste partirà nel ricordo indelebile del «Maracanazo» - la vittoria a Rio nel 1950, vera e propria tragedia sportiva e nazionale per il Brasile - che sancì il secondo titolo iridato dell'Uruguay nell'unico precedente di un mondiale giocato nella terra della Seleçao.

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