Partenza mattutina al Tour de France: il via della tappa viene dato alle 11, mai così presto quest'anno. Il canovaccio rispetto ai giorni precedenti, però, non subisce modifiche; in tanti cercano la fuga, ma il gruppo non intende dare subito il nulla osta. Sul primo Gpm va in scena la lotta fra Joaquim Rodriguez e Rafal Majka, in testa a pari punti nella classifica scalatori: a vincere è il polacco, che si aggiudica un punticino. I primi 50 km di tappa vengono fatti a tutto gas, con il plotone che non concede mai più di 20'' di vantaggio. Dopo un'ora di corsa, un gruppetto di 12 corridori riesce ad evadere dal controllo del gruppo, e guadagna subito 1 minuto e mezzo. Fra di loro ci sono Kwiatkowski (ex uomo di classifica, ora a quasi 20 minuti da Nibali), Rogers, Albasini e Kiryienka, tutti uomini resistenti e che sanno come si porta in fondo una fuga a lunga gittata.
In testa al plotone si piazzano gli uomini di Garmin, Belkin e Giant: uno spiegamento di forze notevole che impone un ritmo forsennato per ricucire sui fuggitivi, spaccando il gruppo e mettendo in difficoltà una cinquantina di corridori, fra i quali Sagan, Rodriguez e Van den Broeck, che perdono contatto. Il vantaggio degli attaccanti si riduce a meno di 30'' sul secondo Gpm (vinto da Montaguti) e un gruppetto di contrattaccanti (tra cui Voeckler, Gallopin e Bakelants) ne approfitta per riportarsi sui primi. La manovra riesce e gli uomini al comando diventano 21, mentre alle loro spalle il gruppo si ricompatta. L'andatura di chi insegue cala, e gli attaccanti portano sopra i 2 minuti il loro vantaggio. In prossimità del traguardo volante di Saint-Girons (1° Kluge, 2° Van Avermaet, 3° Roy), la fuga ormai è andata e il plotone accusa oltre 6 minuti di ritardo.
Non c'è battaglia fra gli attaccanti sul Col de Portet d'Aspet, e il primo a transitare in vetta è Voeckler. Ritmo tranquillo anche nel gruppo guidato dall'Astana, che sembra voler lasciare ai fuggitivi la possibilità di giocarsi la vittoria di tappa; il distacco, infatti, sfiora ormai gli 11 minuti. Identico l'approccio al Col des Ares, che vede ancora primo Voeckler. I battistrada salgono al piccolo trotto, risparmiando energie da spendere sull'ultima salita, il Port de Balès. L'andatura, infatti, si alza sin dai primissimi chilometri e il gruppetto dei fuggitivi comincia a perdere elementi, sotto le ripetute accelerazioni di Jeremy Roy. Corsa dura anche nel gruppo, per via dell'atteggiamento aggressivo della Movistar con Visconti a scandire il passo. Davanti rimangono in 6 quando Rogers prende l'iniziativa, facendo selezione.
Il ritmo Movistar riesce a frantumare il gruppo dei migliori, restano in una decina e si staccano Rodriguez e Van den Broeck. Sofferente da diversi chilometri, anche Van Garderen deve mollare la presa, in difficoltà pure la maglia bianca Bardet in ultima posizione. Ne approfitta per scattare Pinot, subito seguito da Nibali e Valverde, e Bardet perde contatto. In vetta al Gpm passano davanti Serpa, Voeckler e Rogers, dietro Pinot accelera ancora e fa male a Valverde e Peraud, e persino Nibali deve cedere qualche metro proprio in vista dello scollinamento. In discesa Gautier e Kiryienka rientrano sui primi e si ricompatta pure il gruppetto della maglia gialla. Ai -4 Rogers allunga e nessuno lo riprende più: dopo le due vittorie al Giro, l'australiano mette il suo sigillo anche al Tour. Voeckler e Kiryienka devono accontentarsi del secondo e del terzo posto.
Il gruppetto maglia gialla, che comprende i primi tre in classifica, giunge sul traguardo con 8'32'' di ritardo. La maglia bianca Bardet paga 10'22'', Van Garderen 12'08''.
Cambia volto la classifica generale: Nibali mantiene il primato con 4'37'' su Valverde, al terzo posto sale Thibaut Pinot (nuova maglia bianca) a 5'06'' di ritardo. Peraud è 4° a 6'08'', Bardet scivola al 5° posto a 6'40'' davanti a Van Garderen, 6° a 9'25''- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.