Sarà che quando pensi al Verona ti vengono sempre in mente Bagnoli, Elkjaer e quell'irripetibile scudetto di 32 anni fa, quindi che la più bella operazione nostalgia dell'estate 2017 l'abbiano messa in piedi i gialloblù neopromossi sembra del tutto naturale. Nel momento in cui vanno di moda solo i giovani e tutto quel che è over 25 viene considerato già buono per l'ospizio, loro cosa fanno? Mettono su un tridente «vintage» che promette viaggi all'indietro nel tempo e qualità subito pronta per l'uso.
Al presidente Setti, ormai è evidente, questo tipo di scommesse piacciono molto. Gli era andata benissimo con Toni e male con Rafa Marquez, mentre Pazzini ci ha messo un anno per ambientarsi. Poi però il vecchio Giampaolo (33 anni ad agosto) ha messo la firma di capocannoniere sulla promozione e allora Setti dev'essersi convinto a insistere su questa linea.
Ieri Verona ha vissuto una giornata calcisticamente emozionante, con due acquisti di nome che hanno riportato la mente all'estate del 1988 quando arrivarono Troglio e Caniggia. Di Alessio Cerci già si sapeva, la notizia del suo ingaggio era in giro da giorni e finalmente è arrivata l'ufficialità: contratto di un anno e stipendio che si avvicina al milione per il mancino che sta per compiere 30 anni, che l'anno scorso non superò le visite mediche col Bologna e che da poco si è era svincolato dall'Atletico Madrid. Ma il colpo più romantico ovviamente è Antonio Cassano. Il corteggiamento andava avanti da mesi, Fantantonio era arrivato a proporsi senza pudore: «In questa serie A, dove c'è tanta gente sopravvalutata posso fare ancora la differenza perché sono il più forte in circolazione - diceva un mese fa -, e giocare a Verona mi piacerebbe. Mi volevano a gennaio, hanno tifosi fantastici che vengono in 25mila tutte le domeniche...».
E infatti i tifosi gialloblù in queste ore camminano a due palmi da terra. Sembrava che l'affare stesse lentamente sfumando, Cassano aveva iniziato a strizzare l'occhio anche al Cagliari e invece se lo sono ritrovato di punto in bianco all'ospedale di Borgo Trento per le visite mediche. Sorridente («ho scelto il Verona perché mi eccita»), era fasciato da una maglietta bianca un po' abbondante che mantiene un po' di mistero sulle sue forme, ma tutto sommato non è sembrato troppo in carne per essere uno che non gioca una partita ufficiale da più di un anno. Domani farà 35 anni e il regalo non poteva essere migliore: ha firmato anche lui per un anno, tornerà a sudare sul campo con dei compagni e a sentirsi un giocatore in attività.
Lo attendono settimane di fatica perché per trovare spazio nel 4-3-3 di Pecchia non potrà permettersi di aspettare la palla con le mani sui fianchi. In ogni caso Pazzini già si frega le mani: quand'erano insieme alla Samp fecero rivivere il mito di Mancini e Vialli, separarli fu un vero delitto. Adesso si ritrovano e insieme a loro ci sarà pure Cerci, un altro che quando sta bene fa la fortuna dei centravanti: ne sa qualcosa Immobile che grazie a lui tre anni fa vinse la classifica dei cannonieri.
Si può dire che nella costruzione della squadra per la A il Verona ha iniziato
dalle ciliegine, ora dovrà pensare anche alla «torta» rinforzando la difesa e il centrocampo. Se lo farà, con un tridente così l'obiettivo della prossima stagione potrebbe essere molto più ambizioso di una semplice salvezza.
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