Un'Italia a caccia di gol Ventura va all'attacco con la nazionale baby

Modulo 4-2-4 e tanti giovani, ma il ct e Buffon mettono via il pallottoliere: «Prima vinciamo»

Marcello Di Dio

Il rischio di figuracce è dietro l'angolo, considerando l'idiosincrasia dell'Italia per le goleade alle piccole. Ricordando anche gli incontri in cui abbiamo fatto fatica con squadre nettamente inferiori: l'1-1 a Cipro nel 1983, quello casalingo con il Lussemburgo nel 2014 prima del disastroso Mondiale sudafricano passando per i risicati successi con un gol all'attivo contro i dilettanti di Far Oer (2011) e Malta (2015).

Così al Rheinpark Stadion di Vaduz, un campetto di settemila posti sulla sponda del Reno, con una temperatura che sarà molto vicina allo zero, la truppa di Ventura dovrà battere il Liechtenstein (n. 183 del ranking mondiale) nel primo incrocio della storia azzurra e poi andare contro la tradizione italiana. Nella serata - e forse non è un caso - in cui il ct varerà un modulo a trazione anteriore inedito a livello internazionale, quel 4-2-4 definito da Ventura «spettacolare, permette un gioco d'attacco che piace a giocatori e tifosi, non solo a me». In Italia nessuno va in campo con questo sistema tattico (ci fu la Roma di Spalletti che propose un'interpretazione sul tema nel finale della scorsa stagione) e non ci sono Nazionali di rango così spregiudicate.

E accanto alla sfida di modulo, ci sarà quella generazionale: il gruppo ha un'età media di 25,6 anni (l'ideale per valorizzare i talenti di casa nostra in un ciclo biennale) e si eccettuano Buffon, De Rossi, Bonucci e Candreva, nessuno supera le trenta presenze azzurre - tale traguardo lo taglierà De Sciglio stasera -. Con Davide Zappacosta che a Vaduz farà il suo debutto assoluto e altri sei del gruppo di 29 arruolato per Lichtenstein e Germania che sperano di farlo al più presto. Dunque, un'Italia d'attacco e dalla linea verde (cinque gli under 24 in campo contro il Liechtenstein), forse una contraddizione in termini, ma la sfida è ormai lanciata. Quale migliore palcoscenico se non quello di una delle Cenerentole del mondo calcistico per tentare l'azzardo?

Il rovescio della medaglia è appunto il nostro limite di far gol alle piccole. La Spagna, il nostro avversario (per ora favorito) nella corsa al primo posto del girone, ne ha segnati 8 alla squadra del Principato posto tra Svizzera e Austria il 5 settembre scorso. Difficile pensare di bissare quanto fatto dalle Furie Rosse. La nostra storia racconta di un 9-0 olimpico agli Usa a Londra 1948, di un 6-0 a Israele in una gara di qualificazione mondiale del 1961 e di un 5-0 all'Ungheria nel 1930 (la vittoria da record in trasferta) e a Far Oer nel 2010, la goleada più recente degli azzurri. Sul piatto l'Italia di Ventura (finora 8 gol in quattro gare) metterà il duo Belotti-Immobile, 17 gol in stagione in due (e cinque in azzurro), meglio di tutte le altre coppie delle varie Nazionali; chiavi del gioco assegnate a De Rossi e Verratti, che il ct vede bene solo in un centrocampo a due (come sarà stasera); difesa ringiovanita affidata all'esperienza di Buffon e Bonucci, unici juventini nel «mosaico» azzurro che non vive più di blocchi - il più corposo è quello milanista con appena 3 elementi -.

«Non penso al pallottoliere, che non è affar mio, piuttosto guardo a vincere e a non subire gol», sottolinea Buffon. Già sette i gol incassati nell'era Ventura.

«Considero queste partite come verifiche importanti, se non ci arrivi concentrato vuol dire che non sei pronto per la Nazionale - il messaggio di Ventura -. Sono sorpreso da chi sottovaluta questo match, ogni partita precedente del Liechtenstein è stata per lunghi tratti in equilibrio». «Se fermo l'Italia, mi prendo un anno di vacanza», scherza punto il collega Pauritsch.

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