Vale, Antonio, Jessica & C. I Rossi dello sport

Un cognome che ha reso grande lo sport italiano: dalla moto alla canoa

Vale, Antonio, Jessica & C. I Rossi dello sport

Il popolo dei Rossi (di cognome). Distinguersi o emergere da questo popolo che riempirebbe uno stadio non è cosa banale. Il cognome Rossi, infatti, è il più diffuso nella Penisola, con oltre 45.000 famiglie di omonimi, seguito da Russo e Ferrari. Ma se il cognome sembra normale, ci sono degli esseri speciali: come Pablito Rossi, l'eroe del Mondiale dell' '82, beniamino di quella che si può considerare una stirpe vincente accomunata dal cognome.
Tra questi Rossi, infatti, ci sono campioni olimpici e mondiali, che come l'ex Pallone d'Oro hanno lasciato il segno nei libri di sport. A cominciare da Valentino, il nove volte iridato nelle moto, che ha celebrato così Pablito sui social: «Orgoglioso di essere il secondo Rossi». Chi avrebbe potuto accoglierne l'eredità anche tecnica era Giuseppe Rossi: «Ho trovato l'erede, chiamatelo Pepito. Siamo simili: è veloce, rapido e tecnico. E poi ha la faccia pulita» confessò Pablito a Repubblica. Pepito che, invece, è stato sì Pallone d'Oro ma di sfortuna, bersagliato dagli infortuni come l'ex Juve e Nazionale.
Altro Rossi da leggenda è Antonio, con i suoi tre ori, un argento e un bronzo olimpici nella canoa. Ieri per il Giornale lo ha descritto così: «Paolo Rossi per me è un mito. L'estate dei mondiali dell' '82 la ricordo bene, ero al mare, fu indimenticabile. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, ho sempre notato la sua calma, nonostante fosse Paolo Rossi, il campione del mondo. Mi ha sempre trasmesso serenità e anche quando ci parlavi, ti metteva sempre a tuo agio. A fine carriera ha giocato pure nel mio Milan. È stato un personaggio di riferimento per tutti noi uomini e donne di sport». Ma ci sono altri due campioni olimpici che portano il cognome Rossi: Jessica, olimpionica nel tiro a volo ai Giochi di Londra del 2012; il pallanuotista Dante, primo dei finora tre Rossi in grado di vincere un oro olimpico, campione con il Settebello a Roma '60. Tra gli altri medagliati olimpici, inoltre, si ricordano un timoniere (bronzo ad Atene 1906), il canottiere Cesare (bronzo '28) e il pugile Gino (argento '32). Gino Rossi è anche il nome di uno dei frenatori che vinsero la medaglia oro nel bob a 4 nella prima edizione dei mondiali del 1930.
In aggiunta, non poteva che chiamarsi Rossi il primo italiano capace di vincere la Parigi-Roubaix, storica corsa ciclistica sul pavé.

Giulio, per tutti Jules dopo il trasferimento nella capitale francese all'età di sei anni, nel 1937 riuscì a beffare l'armata belga e portarsi a casa il successo nell'Inferno del Nord. Ennesima dimostrazione di un'Italia che, come recita una storica frase, non è solo un popolo di santi, poeti e navigatori, ma anche di uomini e donne speciali come i Rossi.

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