La provocazione involontaria, casuale, fuori dal contesto, arriva direttamente da Tokyo, dal Motor Show versione Sol Levante. La Yamaha presenta il Motobot, il robot umanoide che guida la moto. Ecco si potrebbe prendere per buona questa risposta, indiretta, alla domanda su cosa pensano la stessa Yamaha e la Honda del fattaccio di Sepang, della rissa Rossi-Marquez. I due marchi oscurati dai piloti.
Tutto sarebbe stato più facile da gestire con il motobot che con tre piloti in carne e ossa che aspettando la resa dei conti si mandano messaggi social. Dopo che Vale ha confermato la sua presenza in Spagna, Marquez sorridente e in bici «ha ringraziato tutti per l'appoggio», peccato che al post siano piovuti anche una valanga di insulti. Poi lo stesso Marc ieri ha vergato sul suo blog: «In Malesia tutti hanno visto quello che è successo in gara, e ho detto tutto quello che avevo da dire. Ora penso solo a Valencia, per godermi quel Gp e offrire a tutti una buona gara». Quindi il Lorenzo-pensiero dopo aver attaccato il compagno di box in Malesia, indispettendo non poco la Yamaha. Sulla presunta incursione in direzione corsa, Lorenzo precisa con un cinguettio: «No, non stavo urlando e gridando ai commissari, ma stavo aspettando il mio turno per parlare alla conferenza stampa con Dani (Pedrosa, ndr)». In pieno stile Lorenzo il consiglio agli appassionati: «Quindi, ai tifosi che seguono la Motogp dai media... Attenti alle false notizie...».
Parole in libertà, sullo sfondo di un fenomeno social che assume proporzioni clamorose e nel quale si inserisce una sfida a colpi di video, pro e contro. Gli ultimi dalle on board camera di Marquez e Rossi, offrono prospettive diverse dell'incidente, già vivisezionato dall'alto, di fronte, di lato a destra e a sinistra. Le nuove immagini confermano l'ostracismo dello spagnolo come il giudizio del giudice spagnolo «nessun calcio, ma comportamento da sanzionare di Valentino».
Nella ridda di voci dice la sua anche la Repsol, lo sponsor della Honda e quindi di Marquez, con un infuocato comunicato contro Rossi: «A Sepang, Valentino Rossi ha tenuto un comportamento inaccettabile e antisportivo contro Marquez, mettendolo in pericolo: senza valori come amicizia, agonismo e impegno dei piloti, non avrebbe senso partecipare allo sport come sponsor». Il colosso petrolifero minaccia l'addio alle corse e si erge anche a giudice: «Al settimo giro della gara l'italiano ha calciato il pilota Repsol Honda facendolo cadere. Atteggiamento un atto antisportivo e incompatibile con i valori dello sport e della competizione». In tutto questo rimbomba il silenzio della Federazione motociclistica internazionale (Fmi). A tirarla in ballo ci aveva pensato il Codacons chiedendo che intervenga squalificando Marquez e Lorenzo perché «l'accordo tra i due piloti appare essere lampante». Se l'Fmi decidesse per un'indagine, non farebbe male.
Anche per rispondere alle accuse di Sete Gibernau, che con Rossi ha spesso avuto da dire, che esprime il suo pensiero in una lettera aperta, senza fare nomi, ma il cui concetto può essere così riassunto: Valentino e Marc due bambini, Dorna e Fim due genitori assenti. Il tutto racchiuso nel passaggio conclusivo dello scritto: «Senza regole, senza un regolamento chiaro che definisca ciò che è giusto e ciò che non lo è, non si potrà mai insegnare al pilota ciò che può fare e cosa non può fare. In una parola, senza regole chiare, non è possibile alcuna educazione».
Più tecnico Loris Reggiani che sul suo profilo Facebook ha analizzato i tempi del Gp d'Australia arrivando a una conclusione: «Il mio pensiero è che Marquez abbia deciso che avrebbe fatto di tutto per far perdere il Mondiale a Rossi. Mi fa schifo, è un poveretto». Anche se Reggiani ne ha anche per Valentino: «In Olanda non mi era piaciuto». D'altra parte la guerra si fa in due.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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