Davide PisoniMarquez vince una delle gare più pazze del mondo. Quella che regala l'Argentina, venti giri venti, un concentrato di emozioni, colpi di scena che hanno tenuto con il fiato sospeso per quaranta minuti. Rimasugli di pozze d'acqua traditrici, cadute, sorpassi, cambio moto. Di tutto di più. A partire da quel Lorenzo che vola via al semaforo verde, l'unico sussulto di una gara terminata con una scivolata dopo cinque giri. Come se il campione in carica si fosse quasi voluto tirar fuori da quella battaglia di cui aveva beneficiato vincendo il titolo l'anno scorso. Di fatto il maiorchino ha dato il via a un duello avvincente tra i due grandi nemici. Marquez contro Rossi, sorpassi e controsorpassi. Tutto da godere, tutto nel rispetto delle regole. Una notizia visto i precedenti. Ma un duello a metà, finito perché per questioni di sicurezza la gara era stata spezzata in due dalla direzione corsa. Colpa delle Michelin che come le Bridgestone nel 2013 in Australia non garantiva fino alla fine la nuova mescola approntata in fretta e furia dopo la delaminazione subita da Redding sabato. Gomma che i piloti, ieri mattina, non avevano potuto provare causa pioggia, da qui la decisione del pit.Non bello per la sicurezza e la corsa che alla fine si è giocata proprio sul cambio moto. Perché con la seconda Marquez è tornato extraterrestre, ha preso il largo fin dall'uscita dai box, mentre Valentino ha iniziato un'agonia perdendo oltre un secondo a giro. In teoria i mezzi dovrebbero essere identici essendo preparati dagli stessi piloti. Invece non è così. E lo conferma Vale. Gli sono piombati addosso Maverick Vinales e le Ducati di Iannone e Dovizioso. Il Dottore a quel punto ha visto il podio sfumare. Però prima il rampante spagnolo della Suzuki si è sdraiato dopo aver toccato una chiazza d'acqua, poi il suicidio della Rossa con Iannone che all'ultima curva ha tentato l'impossibile ed ha abbattuto se stesso e il Dovi (con Pedrosa a completare il podio). La condanna del ds Ciabatti: «Un attacco che non ci stava». E Suppo della Honda a rincarare: «Non vorrei essere in quel box». Dal quale è scappato Rossi e che ora li ringrazia perché questo 2° posto vale come una vittoria con Lorenzo rimasto a secco. Scivola anche Marquez, ma solo salendo sul gradino più alto del podio, dopo le due cadute del sabato. Uno scivolone che lascia indifferente il Dottore, ma tra i due gli applausi, anche se solo di circostanza, sono reciproci alla premiazione. E non era scontato. Vale idolo di Rio Hondo, trattato al pari di Maradona. L'anno scorso Rossi l'aveva omaggiato con una maglia dell'Argentina indossata dopo la vittoria.
Fu anche l'inizio della guerra con Marquez, allora caduto nel duello. Stavolta finisce diversamente e può essere l'inizio di un'altra storia. Marc è il nuovo leader del mondiale con 41 punti, Valentino è secondo con 33. Tenetevi forte, siamo solo all'inizio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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