Domenico Latagliata
Non c'è niente da fare, evidentemente. Le polemiche pre-Var sono in pratica le stesse dell'era Var. Prima che venisse introdotto il Video Assistant Referee, ce la si prendeva perché mancava un supporto tecnologico: adesso perché non lo si consulta abbastanza o lo si fa a intermittenza. Risultato: non c'è (quasi) mai la serenità giusta per affrontare le varie situazioni e/o per accettare quanto viene deciso. Il tutto, aspettando un altro passo avanti, ovvero la spiegazione ufficiale nel post partita delle decisioni più controverse: si dovrebbe partire prossima stagione, in concomitanza con l'inaugurazione della sala Var a Coverciano. Se poi a qualcuno venisse in mente di anticipare questa rivoluzione, tanto meglio: confrontarsi non fa mai male e i malumori si dissolverebbero prima.
Nel frattempo, dopo le accuse di Commisso arrivate a Torino nel post match contro la Juve, la Fiorentina ha fatto pace con i direttori di gara: due rigori concessi a Genova contro la Samp, un gol annullato a Ibrahimovic sabato sera per fallo di mano sul controllo palla e, soprattutto, il rigore (dubbio) che ha poi determinato l'1-1 finale. In quest'ultima occasione, a differenza di quanto accaduto in precedenza, l'arbitro Calvarese ha scelto di non andare a rivedere al monitor l'azione, la qual cosa ha fatto arrabbiare il Milan che si farà sentire con i vertici arbitrali, dopo che Maldini a fine gara aveva detto: «Il Var va semplificato oppure chiarito così l'ex difensore -. Sul gol di Ibra sono andati al video e l'hanno annullato, idem sul fallo di Dalbert che ha portato all'espulsione.
Non capisco perché la terza volta non siano andati a vedere: non ho mai visto assegnare un rigore del genere». Così come Sarri, passando alla Juve, non aveva mai visto dare un rigore «dal Var senza che il Var funzionasse (il monitor era rotto, ndr). Se l'arbitro è in campo, deve arbitrare lui».
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