La vecchia guardia non basta più

La vecchia guardia non basta più

Della Roma del derby non ha funzionato praticamente nulla, della Roma di Champions ha funzionato solo la vecchia guardia. A cominciare da Francesco Totti che non gioca più da mesi ma quando è il caso sa difendere meglio di Manolas. Così ieri sera, prima di cominciare la sfida decisiva, quando risponde per le rime a Fabio Capello che eccepisce sullo schieramento della difesa romanista schierata a 3 e su Zaniolo sacrificato come esterno destro («come succedeva a te ai primi tempi» il ricordo del tecnico). «Di Francesco decide per il bene della Roma», ha replicato secco Francesco sul primo argomento e sul secondo l'ha toccata morbida. «Io giocavo bene ovunque» la battuta per disinnescare la polemica che resta sospesa pronta a riprendere quota a qualificazione compromessa dalla spintarella di Florenzi.

Anche sul prato portoghese la vecchia guardia della Roma è stata l'ultima ad arrendersi. Tocca infatti a Perotti, al culmine di un efficace slalom tra i birilli biancoazzurri, guadagnare il rigore che ha rimesso prima dell'intervallo in parità il risultato. E dal dischetto, De Rossi è la vecchia volpe capace di mandare da una parte Casillas e mettere palla in buca dall'altra, senza avvertire la tensione che pure si legge nel suo sguardo prima della rincorsa. Deve arrendersi qualche minuto dopo, De Rossi ed è l'annuncio dei successivi tormenti patiti dal resto della truppa giallorossa. Non si sfila dalla lotta nemmeno Kolarov, uno dei pochi a vincere qualche duello e a calciare da fermo e in corsa con quel perfido sinistro a caccia di una testa che non c'è.

Questo è il contributo della vecchia guardia. Il resto della compagnia non convince, da Marcano che s'addormenta sul 2 a 1 portoghese per passare a Pellegrini sostituto di De Rossi o allo stesso Zaniolo, a disagio nella posizione ma non solo.

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