Torna Signora (nel senso calcistico del termine), torna la punizione doc di Pirlo e torna prima: tutt'uno. Certo, basta poco. Ma forse non è così poco. Una Juve meno avventurosa in difesa (leggi Genoa), più concentrata in attacco ed ecco che i gol arrivano, Buffon vigila sulle svirgolate difensive e la Juve dice alla Roma fatti più in là. Tornano i gol pesanti in trasferta ed anche i successi che scarseggiavano da più di un mese, specie in provincia (Sassuolo e Genoa). Giornata che ripropone la gerarchia più classica: la Signora non sbaglia la riscossa, la Roma perde nella grande occasione. Classifica che strizza l'occhio: meglio quest'anno di quello passato. Oggi la Juve è tornata avanti di tre punti, allora stava indietro e la Roma infilava il decimo successo consecutivo. Ieri si è fermata, invece, per la seconda volta: c'è aria di testa a testa, ma la gente di Allegri non sta peggio del passato. Sembra più vulnerabile, magari meno piacevole nel gioco, spesso butta via un tempo però in Italia i conti tornano, al netto di scivolate e tiri sprecati. O, anche, dei pali che imperversano: Marchisio ieri ha allungato il conto (dieci). Non sono colpi di sfortuna, ma nemmeno una sfrontata faziosità della sorte. Poi, certo, tanti guardano agli aiutini ma stavolta tutto regolare: Vidal si è preso un'ammonizione che forse non meritava e ne ha evitata una seconda che, comunque, non gli eviterà la squalifica (era diffidato).
Molto più intrigante quel che propone la Juve sul campo: ovvero il vecchio e il nuovo. Pirlo ha rispolverato il piede d'oro e, dopo un quarto d'ora della ripresa, ha messo la squadra in linea di decollo: 26° gioiello della serie, revival del calcio che lucida gli occhi di tutti, tifosi ed avversari. E lo squillo dell'architetto deve aver illuminato e restituito ossigeno alle teste, se da quel momento la squadra non ha più smesso di essere Juve: cattiva e determinata. D'accordo, Buffon ha dovuto mettere mani e classe per deviare un tiro di Pucciarelli e, nel finale, replicherà con un'uscita su Taviano. Ma tutt'altra faccia rispetto a quella lenta, noiosa, scontata del primo tempo. Pirlo è il vecchio che torna, Morata il baby d'oro che ti mette addosso la frenesia e rimescola gerarchie e voglia di novità. Partito da titolare, ha cercato l'intesa con Giovinco ma ha trovato il guizzo che fa la differenza solo quando è entrato in campo Tevez: caso o indicazione del pallone? Meglio la seconda. Giovinco ha provato da centravanti prima di spostarsi e lasciare al baby la zona centrale. Si è vista la differenza nel gioco, poi meglio dipinta nella ripresa quando Marchisio ha cominciato a rullare con più animosità, Asamoah ha condotto l'azione che ha condotto il principino al primo tiro pericoloso, Morata ha dato il via a quella che, con il tocco di Tevez, ha mandato il Principino al tiro e palo.
Ci sono momenti in cui il pallone parla e distingue le sue preferenze. Con lo spagnolo ha fatto capire da che parte sta e come dovrebbe pensarla anche la Juve: il sinistro a giro, scoccato dal limite d'area, ha confermato la vittoria bianconera e dato peso alla presenza. E la Juve va, magari con qualche difficoltà nell'ingranare, non ancora ritrovata nella lena di Vidal e Pirlo, solida in Buffon ma con quel Bonucci svagato nel beckenbaureggiare, tanto che Allegri lo ha minacciato brutalmente. «Se provi ancora a sbagliare un lancio ti faccio dare 100mila euro di multa», urlato con grazia selvaggia.
Persi e contrappesi, per esempio nel numero degli infortuni: ieri si sono ammaccati Ogbonna e Asamoah. Contro l'Olympiakos Allegri rischia di trovarsi ancora con Lichtsteiner difensore puro. Sono state prove generali di emergenza, Pogba, Tevez e Llorente in panchina, lo svizzero ripescato dalla panca dopo un tempo per dare il cambio ad Ogbonna. L'Empoli è stato buon sparring partner, squadra a tutto pressing, non proprio decisivo in area, ma capace di metter sotto la Juve anche all'inizio del secondo tempo.
Poi la Signora ha aumentato il rombo dei motori ed ha fatto la differenza pure con le squadre Vip che si sono presentate nello stadio toscano: il Milan rimediò un pareggio e una brutta figura, la Roma se la cavò con un autogol. Anche questi indizi dicono che la Signora italiana non è poi così male. Non più un carroarmato, ma sempre una bella silurante.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.