Nel simpatico e vagabondo circo della formula uno ci sono un tre volte campione del mondo che presto sarà quattro volte campione, c'è un team che per l'ennesima volta perderà il titolo e c'è ultimamente un quesito che si insinua in molti. Questo: ma per quale diavolo di un motivo fischiano Vettel anche fuori dai fortini ferraristi? La risposta più ovvia e automatica è la solita e prevedibile e cioè che la Ferrari è un mito, è una religione motoristica trasversale a molti Paesi per cui, che vinca o che perda, il suo popolo di rosso vestito venera lei e nessun altro se non i suoi piloti-sacerdoti. Apparentemente, domenica a Singapore, questo è successo. Il ragazzo teutonico fresco vincitore del Gp è stato pirlato dai fischi, il secondo arrivato, Alonso, è stato osannato. E non erano a Monza.
La febbre Ferrari non può però, da sola, spiegare il fenomeno. Anche Alonso, quand'era nemico del Cavallino, ha dominato e regalato amarezze varie. Eppure il pubblico l'ha sempre accolto in modo diverso rispetto a Seb. Si può obiettare: ma il dominio vetteliano è tracimante e ora c'è l'effetto noia, vince solo lui, tre, barra quattro mondiali di fila sono troppi. Da non escludere. Ma anche Senna dominò parecchio. Però aveva dei rivali, vedi Prost. Ed Alonso non è, e non è stato fin qui, un rivale per Seb?
Comunque la si rigiri, manca un anello che leghi compiutamente tutta questa serie di valide spiegazioni. E forse è l'anello che la F1 non vuole vedere. Vettel è infatti il primo campione del mondo della F1 play-station, del mondiale eterodiretto, del campionato figlio di regole che con il motorsport hanno poco a che vedere e fatte solo per creare show artificiali. Dalle ali mobili per i sorpassi senza brivido alle gomme chewin-gum con il timer inserito per altri sorpassi ingiusti e senza brivido. Raikkonen che ha vinto nel 2007 è osannato.
Alonso è ferrarista per cui non fa testo. Hamilton mondiale nel 2008 è molto amato. Button campione nel 2009 pure. Poi, dal 2010, playstation e diavolerie. Meno F1 e più show. E un grandissimo campione che incolpevole, forse, ne paga il prezzo con il pubblico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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