L'attesa di un miracolo e un paio di certezze, una metabolizzata, l'altra inquietante. Il sabato del villaggio notturno allestito nel cuore di Singapore si riassume più o meno così. Perché la Ferrari sesta e settima con Massa e Alonso entrambi lontani un secondo cercherà di azzannare in qualche modo il podio anche a costo di far giurin giuretta e promettere di tutto e di più pur di ottenere l'attenzione del dio dei motori sotto forma di qualche noia tecnica che appiedi Vettel. Perché la prima certezza è questa: contro Seb non ce n'è per nessuno, anche se Rosberg e Mercedes di nuove sulle gomme morbide sono tornati vicini. Ieri la Red Bull si è persino spesa nello spiegare che no, la loro non era stata arroganza da manifesta superiorità, che avevano solo «sbagliato i calcoli nel tenere fermo Seb nel secondo tentativo del Q3, perché l'asfalto sembrava non migliorare e invece...». Parola di un quasi imbarazzato Helmutt Marko, gran consigliere di tante cose in Red Bull.
Quanto all'altra certezza, quella inquietante, ha un nome e un cognome: Kimi Raikkonen. L'ex-neo ferrarista per il secondo Gran premio di fila non ha passato lo scoglio del q2 e visto il contemporaneo exploit di Grosjean è logico sospettare che in Lotus le attenzioni non siano più tutte per lui. Oggi scatterà 13°. Pace. O almeno, pace sarebbe se si trattasse solo di un paio di qualifiche iellate o dei dispetti del team sedotto e abbandonato. Invece ieri la questione era più grave: un dolore alle vertebre lombari, mal di schiena dunque. Solo che si tratta di un guaio cronico, legato a una botta presa in qualche incidente avvenuto nei due anni di rally. Per la proprietà transitiva dei problemi, ecco allora che la Ferrari ha scoperto di aver preso un ottimo pilota acciaccato. C'è solo da augurarsi che il ragazzo si curi per benino durante la pausa invernale. Un malanno, quello di Kimi, che se l'avesse costretto a dare forfait avrebbe impensierito ancor più la Ferrari ma fatto felici parecchi in Italia. Perché Davide Valsecchi, terzo pilota Lotus, avrebbe debuttato in un Gp. Sarebbe stata cosa bella e romantica, tanto più che proprio nel crocevia asiatico, un anno fa, Davide aveva conquistato il titolo mondiale Gp2. Ma la F1 non è più romantica da un pezzo.
A raschiare il barile dei buoni sentimenti e delle belle storie, ha provato ad essere romantico Massa, che ormai messo alla porta ha piazzato tempo migliore del capo squadra. Capo che andrà aiutato in gara proprio nell'ottica di propiziare il miracolo da podio. «Aiutare Fernando? E come posso fare? Si può solo pregare per un guasto alla macchina di Vettel...» ha infatti detto e poi aggiunto: «Secondo me la squadra sta già pensando al futuro». Concetto probabilmente condiviso da Alonso che però non essendo partente e con i galloni del capo squadra deve dire altro. Cioè che «anche se il gap dal leader rimane rilevante e il miglioramento può sembrare poco evidente, non si può dire che siano mancati gli sforzi dei nostri tecnici, perché il lavoro di tutti è stato super» e che «diamo il massimo come sempre, non è una situazione nuova, sono 4 anni che siamo in queste condizioni e alla fine abbiamo sempre lottato fino all'ultimo per il titolo... Sarà così anche stavolta...».
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