«La Juve vuole rialzarsi subito dopo il ko di Verona, mentre il Milan deve cancellare il secondo tempo del derby: sarà una grande partita. Per i rossoneri la Coppa Italia può diventare un traguardo importante per andare in Europa, visto che non sono attrezzati per arrivare in Champions. E poi vincere aiuta a vincere». Firmato Gianluca Zambrotta, 11 anni vissuti con le maglie di Juve e Milan: chi meglio del Campione del Mondo 2006 per anticipare la sfida di stasera.
Lei ha giocato per 4 stagioni con Ibra: se lo immaginava decisivo anche a 38 anni?
«Sta bene fisicamente e ha dato la svolta. In campo fa la differenza e del suo arrivo hanno beneficiato in tanti come Bennacer e Rebic, che sono cresciuti parecchio. Sta trasmettendo la sua mentalità vincente a tutti».
Lei ci ha giocato in fasi diverse a Torino e Milano: come l'ha ritrovato?
«Ibra alla Juve era un giovane talento, mentre al Milan era già al top. Adesso con l'età l'ho visto ancora più determinato nel trascinare i compagni, una sorta di allenatore in campo».
Ci racconta un aneddoto sullo svedese?
«In allenamento incitava sempre tutti e cazziava chi non dava il massimo».
Da un highlander a un altro: tra i pali la Juve schiererà Buffon.
«Sono contento per Gigi. È sempre uno dei migliori al mondo. Deve giocare finché avrà stimoli. Inoltre la sua presenza nello spogliatoio può essere di supporto all'allenatore nei momenti delicati».
Donnarumma è il suo erede?
«Certamente. Gigio è un predestinato, di giovani così forti ne nascono pochi. È da preservare sia per il Milan sia per la Nazionale».
In casa Juve Sarri è sotto accusa...
«Lo reputo con Conte il miglior allenatore italiano in circolazione per quanto fatto col Napoli, che era una squadra su misura per la sua idea di calcio. A Torino ha giocatori con caratteristiche e personalità diverse, serve una gestione differente. Quando la Juve perde fa sempre notizia, ma resta impegnata su tre fronti e può ancora vincere tutto. Sarri ha solo bisogno di tempo, non sarei particolarmente preoccupato fossi nella Juve: restano loro la squadra da battere».
Un terzino che l'ha colpita in questa stagione?
«Theo Hernandez per l'impatto che ha avuto. Ha dimostrato grande qualità e personalità, giocare a San Siro per un giovane non è mai facile anche se lui arrivava dal Real».
A proposito di Spagna: lei a Barcellona ha giocato dal 2006 al 2008 con un certo Messi.
«Il più forte di tutti. Leo le cose più difficili col pallone le rendeva facilissime, un talento incredibile. Gioca con la palla incollata al piede: non gliela porti mai via, sa sempre cosa fare e ti frega ogni volta sul tempo nell'uno contro uno. Nello spogliatoio poi è molto umile».
Si parla di un suo sbarco in Italia a giugno. Ci crede?
«Conoscendo Leo credo sia difficile che lasci Barcellona. Non la vedo fattibile. Messi è il Barcellona e chiuderà lì la carriera, anche se in passato aveva detto di voler giocare un giorno in Argentina».
Di cosa si occupa oggi Gianluca Zambrotta?
«Sono Consigliere Federale per l'AIC e Ambasciatore UEFA per
Euro 2020. Nel 2014 ho aperto l'Eracle Sports Center, un centro polisportivo a San Fermo della Battaglia con piscine, campi da paddle e calcetto per far fare attività sportiva nella mia città alle persone di tutte le età».
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