Le vie del derby scudetto. Milan non così nuovo e l'Inter falsa vecchia

Solo sulla carta incidono di più i colpi di mercato nelle formazioni di Pioli che in quelle di Inzaghi

Le vie del derby scudetto. Milan non così nuovo e l'Inter falsa vecchia
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Le apparenze, a volte non ingannano: il Milan è nuovo, l'Inter è vecchia. Un ritornello, un coro unanime: Pioli dà spazio agli acquisti, Inzaghi punta sulla squadra della scorsa stagione. Subito dentro Reijnders, Pulisic e Loftus-Cheek, diventati rapidamente colonne portanti del progetto rossonero, mentre nell'Inter dei 12 nuovi arrivati (nel Milan sono 10) solo 2 sono diventati titolari, Sommer e Thuram, ma qui più che scelta è stato un obbligo, visto che rispetto a 3 mesi fa sono cambiati 3 portieri e 3 attaccanti. O loro o altri, ma sempre nuovi dovevano necessariamente essere.

Le apparenze, appunto. Quelle che a volte, se solo scosti un po' gli elementi, nascondono un'altra verità. Prendiamo i cambi, le 5 sostituzioni che hanno cambiato il calcio e allargato la forbice fra squadre ricche e squadre non ricche. Inzaghi ha fatto il pieno: 5 nuovi al debutto col Monza, 4 nuovi più Sensi col Cagliari, 4 nuovi più Asllani con la Fiorentina. E non nuovi a caso, sempre gli stessi: i 2 esterni Cuadrado e Carlos Augusto, la mezzala Frattesi, l'attaccante Arnautovic. E sempre con robusti scampoli di partita, anche oltre la mezzora per Frattesi contro la Fiorentina, per esempio. Bisseck contro il Monza, l'unica variabile, ma col l'arrivo di Pavard il giovane tedesco è destinato a scivolare nelle gerarchie nerazzurre.

Ciò significa che sì, c'è il telaio titolare della scorsa stagione, ma Inzaghi ha già bell'e pronti almeno 4 giocatori nuovi in più da sommare a Sommer e Thuram, per non dire di Pavard, destinato a prendere il posto del soldatino Darmian (quanto sarà dura spiegargli che almeno di base dovrà farsi un po' da parte, visto che in un anno non ha sostanzialmente mai sbagliato una partita). Cioè l'Inter sarà molto meno la stessa di quanto si crede e anzi oggi appare. Due già dentro e 4 pronti a entrare. Di uguale c'è il canovaccio, che è scritto e non casuale, che racconta di un calcio anche bello, oltreché redditizio, che procura occasioni. Caratteristiche che solo i gol possono enfatizzare. Sbagliane tanti come successo troppe volte l'anno scorso, e sembra crisi.

Al Milan, invece, Pioli ha cambiato anche lo spartito e non solo i giocatori, i risultati lo premiano e gli innesti sono carburante per le ambizioni. Però oltre i 3 titolari che tanta parte hanno nel primato provvisorio in classifica, solo Chukwueze e Okafor sembrano oggi titolari virtuali, già pronti o quasi. Entrambi sempre entrati in campo nelle prime 3 giornate. Per dire, Pobega ha il doppio dei minuti e di presenze di Musah, visto solo contro il Torino.

In difesa, poi, nessuna notizia dell'argentino Pellegrino, forse troppo giovane e forse arrivato troppo tardi, ma finora a entrare sono stati solo Kjaer e Kalulu, destinato nel derby a rilevare lo squalificato Tomori. Fatti i conti, e al netto delle apparenze, se il Milan è nuovo, l'Inter non è vecchia.

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