La lezione del professor Hamilton. E del box Mercedes. Il Gran premio dUngheria manda in vacanza la Formula 1 con questo messaggio. Il vecchio leone non ha nessuna intenzione di abdicare a favore dei giovani pretendenti. Max dovrà sudare per conquistare quel trono. Un po' come dovrà fare Leclerc, partito davanti, ma finito dietro a Vettel, l'altro leone che vuole vendere cara la sua pellaccia. La dodicesima tappa del campionato è stata una lunga sfida tra Verstappen e Hamilton dopo che al pronti via Bottas aveva rovinato l'ala anteriore in un contatto con Leclerc, ritrovandosi in ultima posizione (e poi risalendo fino all'ottavo posto). Le Ferrari sono state subito escluse dalla festa. Mai invitate al ballo. Alla fine Vettel ha preso più di un minuto di distacco dal vincitore e ora vede allontanarsi la terza posizione in campionato. Per fortuna dopo la sosta arriveranno Spa e Monza Occasioni che la Ferrari non potrà sprecare dopo una prestazione imbarazzante come questa ungherese.
La Mercedes ha vinto la gara con l'azzardo dopo che Hamilton aveva tentato in tutti i modi di passare Max in pista, addirittura all'esterno di curva 4. Ha richiamato il suo pilota alla fine del 48° giro per montargli Pirelli gialle e tentare l'impossibile. Venti secondi da recuperare in poco più di 20 giri. Un'impresa alla Schumacher vecchia maniera. Lewis aveva dentro una gran voglia di cancellare gli errori di Hockenheim e dare una lezioncina al giovane campione. Ha guidato in modo perfetto. Un giro da qualifica dietro l'altro e al 67° passaggio non ha dovuto faticare più di tanto per passare Verstappen alla prima curva e volare verso un successo importante. Per la classifica, il morale, l'autostima. «Le mie gomme sono morte» ha detto Max ancora prima di vedersi Hamilton addosso. La tattica Mercedes, pur sconsigliata dall'uomo delle strategie, ha premiato. Ha costretto la Red Bull a non fermarsi per non ritrovarsi a inseguire. E solo alla fine, a giochi ormai fatti, Max è rientrato a montare gomme fresche e rosse per prendersi il punto del giro più veloce.
Anche la Ferrari ha differenziato la strategia tra i suoi due piloti, richiamando Vettel più tardi (e montandogli gomme più tenere). Non ha aperto nessuno scenario da sogno, ma almeno ha permesso a Seb di finire sul podio passando Leclerc nel finale. Una magra consolazione quando il distacco dai primi è enorme: più di un minuto da Hamilton, ma anche più di 43 da Verstappen. L'obbiettivo al ritorno in pista deve essere quello di riprendere la Red Bull, passare Verstappen e puntare al terzo posto nel mondiale, se non addirittura al secondo visto che la decisione Mercedes sul futuro di Bottas (Wolff ha parlato apertamente del ballottaggio con Ocon) potrebbe mandare in crisi il finlandese. «Non siamo contenti delle nostre performance. Vorrei una macchina per poter combattere con Mercedes e Red Bull», ha commentato Seb che non va in vacanza contento. Non potrebbe essere altrimenti visti io sogni di 12 Gran premi fa.
Meglio consolarsi vedendo il giovane Mick Schumacher festeggiare la sua prima vittoria in Formula 2 sulla pista dove papà vinse il Mondiale 2001. Il passato Ferrari è meglio del presente. Ma lo sapevamo. Non resta che sperare nel futuro.
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