Tra un giro a Londra per la presentazione del docu-film su Cristiano Ronaldo e un salto a Manchester per l'amichevole in onore di Beckham, ma soprattutto con il cuore nella sua Parigi, dove ha lavorato per due anni e vinto un campionato («Sono sconvolto dagli eventi di questi giorni. E' terribile. Tutto il mio affetto va alle vittime e al popolo francese»), Carlo Ancelotti può anche trovare tempo e voglia di parlare di calcio senza far mancare battute sulla sua placida vita a Vancouver («lassù mangiano molto salmone ma ogni tanto cucino io la pastasciutta e ricevo applausi») e propositi scolpiti sulla voglia di tornare al lavoro («sto ricaricando le pile, a giugno sarò pronto»). Racconta stregato dell'esperienza di nonno («non so spiegare cosa mi succede dentro quando vedo questa creatura che è sangue del mio sangue») prima di passare in rassegna la nuova razza padrona del campionato. «Sono sincero: è più interessante il campionato, c'è incertezza e questo lo rende ancora più attraente».Proviamo a esaminarle ai raggi x«Fiorentina e Napoli sono le squadre che giocano meglio. Eppure avevano due incognite sulle rispettive panchine. E invece proprio Paulo Sousa e Sarri hanno superato a pieni voti l'esame. Del portoghese non sono stupito. Ho capito in anticipo il suo valore l'anno scorso, col Real Madrid ho incrociato nel girone di Champions il Basilea e l'ho visto giocare molto bene. Sarri ha avuto il merito di riuscire a trasferire le sue idee, già applicate nell'Empoli, ai giocatori del Napoli che sono dotati di maggiore qualità».Solo l'Inter con i suoi sette 1 a 0 ha fatto il pieno di critiche: le condivide?«Che vuol dire giocare bene o male? Io penso che Mancini stia tirando fuori il meglio da un gruppo costruito con intento tutt'altro che spettacolare. Se metti insieme, durante il mercato, due forti difensori centrali, più Felipe Melo e Kondogbia è evidente che non vuoi fare i fuochi d'artificio».Se la sente di affondare il dito nella piaga del Milan?«Ci sono stati fin qui alti e bassi. Una spiegazione è la seguente: hanno cambiato tanto, allenatore, metodi di lavoro, e giocatori. Mihajlovic ha puntato, al contrario di Mancini, sul gioco e sta incontrando qualche difficoltà in più».Ci vuole coraggio o un pizzico di follia nel mettere da parte Diego Lopez e puntare su un ragazzo di 16 anni?«Ci vuole buon senso. Se il ragazzo è bravo, non bisogna soffermarsi sulla carta d'identità. Quando arrivai a Parma, Buffon, che aveva già debuttato con Scala, divenne il portiere titolare. Tra Donnarumma e Buffon al momento c'è questa affinità: han cominciato entrambi giovanissimi».Ma Diego Lopez è così scarso come portiere?«Io l'ho avuto a Madrid e posso affermare esattamente il contrario. Intanto è un combattente e prima o poi riprenderà il suo posto in squadra. Ho sentito della tendinopatia: ne soffriva anche a Madrid. Può darsi che il fastidio abbia influito sul suo rendimento a inizio di stagione».C'è chi critica Silvio Berlusconi perché a fine partita va nello spogliatoio degli ospiti a fare i complimenti: è un segnale in codice per Mihajlovic?«Il presidente è fatto così, fa parte della sua educazione e degli insegnamenti trasmessi al Milan sul rispetto dei rivali. Un allenatore deve preoccuparsi se Berlusconi non dovesse più andare allo stadio o rispondere al telefono. Ma io penso che il Milan migliorerà, può rientrare nel giro perché è la squadra col maggior margine di miglioramento».Ha sentito di Pirlo, tirato per la giacca dall'Inter? Glielo consiglierebbe questo trasferimento?«Ho parlato con lui e so soltanto che ha una voglia matta di giocare l'europeo. Se Conte gli ha consigliato di tornare in Europa a giocare nei primi mesi del 2016, lo farà di sicuro. Se dovessi consigliare Andrea gli direi: vai dove hai vinto di più».A proposito di ex allievi: molti hanno intrapreso senza grande risultato la carriera di allenatore. Colpa del maestro?«In questi casi o ho insegnato male io oppure hanno imparato male loro. Nesta non ha ancora cominciato, Gattuso, Seedorf e Inzaghi sono all'inizio della nuova carriera. In Italia non è così semplice: avrebbero fatto meglio a cominciare dall'estero. Anch'io, all'inizio, ho incontrato tante difficoltà».Che futuro può avere l'Italia di Conte all'europeo?«Sorprendente. Diciamo la verità: la nazionale non ha grandi talenti a disposizione ma il ct ha costruito una squadra competitiva. Spagna, Germania e Francia cominciano da favorite poi dovranno fare i conti con noi: è sempre andata così nei tornei».Caro Ancelotti, dopo aver guidato l'aristocrazia del calcio europeo, può dettarci la sua formazione ideale?«Impossibile. Perché dovrei lasciarne fuori tantissimi e sarebbe ingiusto».
In attacco chi ha avuto meglio di Ibrahimovic e Cristiano Ronaldo?«Cr7 è stato il più forte giocatore allenato da me è vero, ma non potrei trascurare gente del calibro di Inzaghi o Shevchenko che mi hanno fatto vincere le Champions. E a centrocampo, a parte Pirlo, come faccio a lasciare fuori gente come Di Maria o Xavi Alonso? No, impossibile».Cristiano Ronaldo andrà a Parigi?«Non credo. Uno come lui si deve fermare dove si trova».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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