In equilibrio precario. Il motomondiale. Lo ribadisce Le Mans, quinta tappa stagionale trasformata in un festival delle cadute. Otto, nove scivoloni, anche eccellenti. E quindi vincono i più bravi a stare in piedi, in equilibrio sulle gomme Michelin, sempre più un fattore. Trionfa alla sua maniera Jorge Lorenzo: partenza a fionda, ritmo forsennato, impossibile per gli altri, fuga e compagnia rivista al traguardo. Ma stravince, se si può dire, anche Valentino Rossi che dopo un weekend da dimenticare, centra un secondo posto di vitale importanza per i sogni iridati. Scrive invece la storia Maverick Vinales che riporta sul podio della Motogp una Suzuki dopo otto anni. L'ultimo a riuscirci era stato Loris Capirossi. Un podio che potrebbe rivelarsi anche profetico per la Yamaha: Lorenzo, il passato; Rossi, il presente; Vinales, il futuro.
E così Lorenzo si riprende la testa del mondiale, Vale accorcia la classifica con la vetta tornata a soli dodici punti. Conseguenza anche dello scivolone di Marc Marquez, non a caso sottolineato dal maiorchino campione in carica: «Ora abbiamo pareggiato il conto delle cadute, perché lui era ancora a zero». Lo spagnolo della Honda mastica amaro, non può accontentarsi dei tre punticini frutto del tredicesimo posto con una Honda «nuda», rimessa in piedi dopo il ruzzolone. Non nasconde le difficoltà della sua moto, ma evidenzia il fattore gomma: «Cambia tanto dalle prove alla gara, perché nella pratica fai cinque-sei giri di fila, poi ne devi fare trenta».
Non un caso che ieri il primo pilota sia finito nella ghiaia dopo nove tornate. Poi si è steso Iannone, lanciato all'inseguimento di Lorenzo, tradito più dalla sua foga che dalla posteriore. Come invece è successo a Dovizioso e Marquez, caduti alla stessa curva, uno dietro l'altro, nella ghiaia, mentre tentavano di resistere a Rossi, che li aveva appena infilati completando la rimonta e ottenendo il massimo possibile, cioè il secondo posto, dopo che a tutta una serie di errori si era aggiunta anche una partenza così così. «Sono arrivato in ritardo alla gara ma questi sono 20 punti d'oro...» e «conto di migliorare nel giro di qualche anno...», le battute del Dottore che confermano quanto sia soddisfatto. Ora la parola d'ordine è continuità: «Al Mugello è molto importante fare una bella gara». Che dopo un secondo posto significa vincere.
Due le chiavi per farlo. Restare in piedi, ora siamo a una caduta a testa per i tre che si giocano il titolo. E poi fare la pole che fa rima con vittoria. Lorenzo e Marquez ne hanno firmate due e si sono presi due successi, il dottore è scattato una volta davanti a tutti e ha vinto, che è anche l'unico bottino pieno dell'anno. E la striscia pole-vittoria si allunga a otto se si aggiungono gli ultimi tre gran premi del 2015. La prova del nove al Mugello. Aria di casa per Ducati che spera di mettere fine a una sfiga incredibile, già sei zeri.
Aria di casa per Rossi che si porta avanti in Francia festeggiando «con un piadina, il giro più veloce della gara, che alla fine è mio, almeno quello». Spettacolo garantito, quello che invoca Marquez, dicendo che finora: «non è stato dei più belli». Questione di equilibrio precario.
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