Vivere o morire. L'Europa guarda l'Italia divisa in due

Il calcio del vivere o morire (agonisticamente, ovvio) è uno dei migliori spettacoli del mondo

Vivere o morire. L'Europa guarda l'Italia divisa in due

Il calcio del vivere o morire (agonisticamente, ovvio) è uno dei migliori spettacoli del mondo. E stavolta l'Italia se lo può godere. Direte: chi perde gode poco. Ma l'attesa e l'illusione fanno parte di spettacolo e godimento. Insomma non potremo lamentarci. Sei squadre ancora in gioco per i posti d'onore delle coppe, c'è pure la possibilità di en plein considerando che tra Milan o Napoli una deve mollare. L'Europa ci guarda, Milan e Napoli promettono il corpo a corpo più entusiasmante: The Fight scrissero quando sul ring salirono Alì e Foreman. Non siamo a quei livelli di talento, ma qualcosa ricorda il livello di speranza: l'ultima chance del Milan per non chiudere la stagione con un fallimento, la grande chance del Napoli di continuare sulla via del sogno o son desto. Son davvero queste le squadre che rappresentano l'idea di una Italia divisa in due: quella dell'idealismo napoletano e quella del tradizionalismo rossonero. Poi il campionato ci porterà Juve-Napoli, e subito dopo l'Inter-Juve seconda semifinale di coppa Italia: così l'epos calcistico nostrano avrà soddisfatto ogni gusto, tra dramma e commedia, cinema e teatro, sceneggiatura e sceneggiate (l'eventuale assenza di ADL sarebbe un altro capitolo). Dieci giorni per dire: che calcio siamo? Dove andiamo? Come ce lo godiamo? Va aggiunto che l'Inter non può permettersi di sprecare ancora, perché stavolta, anziché aumentare i premi come vorrebbero dirigenti fantasiosi, sarebbe meglio tagliare gli stipendi. Mettiamo pure che la Roma stia già confezionando la cartolina del buon ricordo, ma il Feyernoord sembra una trappola per agnelli più che per lupi. La Fiorentina garantisce tranquillità mentre la Juve forse rischia più di tutti: in due giorni (verdetto Coni e Sporting) si farà e si rifarà la storia bianconera. Uscire contro i portoghesi sarebbe stato improponibile qualche anno fa, oggi non più.

Eppure la stagione è migliore di quanto sembri. Mettete sulla strada delle tre di Champions tutte le tagliole incontrate dalla Signora e forse non saremmo qui a parlare del vivere o morire del calcio italiano. Sarebbe già morto.

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