Il difficile non è correre, ma prendere il via alle corse. Il difficile non è vincere, ma avere la possibilità di farlo. In questo convulso inizio di stagione, dove si sta correndo ormai da un mese e mezzo, il difficile per i team ciclistici è avere i corridori a disposizione.
Atleti negativi, a prova di tampone. Il problema è sempre legato all'emergenza Covid. Corridore asintomatico, ma positivo? Va in isolamento. E di questi casi, se ne verificano tutti i santi giorni, con problemi non solo economici (di media oltre 400 milioni di spese in più all'anno per ogni team), ma tecnici.
In questo clima, ieri è scattato il UAE Tour (prima volata a Jasper Philipsen, 3° Viviani), che anche quest'anno rappresenta l'apertura del WorldTour, la massima serie del ciclismo mondiale, un anno fa vinta dal numero uno del ciclismo mondiale Tadej Pogacar. Venti squadre al via, che si daranno battaglia fino al 26. Sarà una parata di stelle e tra queste c'è il gigante di Vignone Filippo Ganna, che al suo attivo ha già due vittorie (due crono: all'Etoile de Besseges e al Tour de la Provence), anche se in questo 2022 le sue ambizioni sono di ben altro tipo.
Per il campione del mondo del tic-tac, nonché uomo di punta del quartetto d'oro di Tokyo, ci sono la Sanremo e la Roubaix nel mirino, ma anche quella prima maglia gialla del Tour che sarà messa in palio sulle strade di Copenaghen e, se tutto dovesse andare come deve andare, quel record dell'ora che alberga da tempo nei pensieri del granatiere della Ineos Grenadiers.
Ganna, un piano alla Francesco Moser...
«Non è la prima volta che mi trovo accostato al fuoriclasse trentino, ma andiamoci piano con i paragoni, per me Moser resta chiaramente un punto di riferimento e un esempio che mi guida, ma lui è davvero di un altro pianeta».
Non faccia il modesto...
«Non lo faccio, ma sono realista e ambizioso, come lo devono essere tutti i corridori di alto livello. Però non sono solito parlare di ciò che non ho ancora ottenuto. È vero, mi piacerebbe un giorno poter avere nel mio palmares corse come la Sanremo o la Roubaix, ma un conto è avere desideri, un altro è vincerle. Moser, tanto per tornare a lui, queste corse le ha portate a casa. Diciamo che io quest'anno vorrei alzare l'asticella».
A crono già due squilli, a conferma di una condizione più che accettabile.
«Ho fatto due buoni test, che mi hanno consentito di festeggiare due vittorie che fanno bene al morale mio e della squadra, che in questo inizio di stagione ha perso per un gravissimo incidente Egan Bernal (è caduto in allenamento, finendo a tutta velocità contro un pullman: oltre 20 fratture e rischio di restare su una sedia a rotelle, ndr). In pianura, dove di solito faccio la differenza, sono meno esplosivo. In salita, invece, ho espresso valori migliori rispetto ad un anno fa. Diciamo che siamo in tabella: siamo sulla buona strada».
Una strada lunga, con qualche tratto in salita e alcuni settori in pavé, ma il sogno è costituito da un parquet, non di casa...
«Se si riferisce al record dell'ora, non è il momento di parlarne.
Prima c'è una primavera da affrontare con profitto e convinzione. Se si farà, sarà sicuramente dopo il Tour de France, quindi in estate. A livello del mare? Credo di sì, ma non sappiamo ancora dove».Pensieri estivi, ma prima c'è la primavera.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.