Pier Augusto Stagi
Mark Cavendish ha vissuto ieri il suo personalissimo ed esaltante D-Day sulla spiaggia di Utah Beach. Qui, dove la storia con la «S» maiuscola è stata scritta il 6 giugno del 1944 con lo sbarco in Normandia, il baronetto di sua Maestà scrive una pagina di sport che resterà a lungo nella memoria di questo ragazzo dell'isola di Man che ieri ha centrato il 27° trionfo alla Boucle, arricchito dalla prima maglia gialla di una carriera straordinaria, coronata dal titolo iridato su strada (Copenaghen 2011) e tre mondiali su pista. «Avevo una sola occasione, non potevo gettarla al vento», ha spiegato il britannico felice come mai.
Cavendish è arrivato alla maglia gialla al termine di una volata imperiosa, difficile e velocissima. Alle sue spalle, Marcel Kittel e Peter Sagan, che aveva cercato di anticipare lo sprint, dopo una caduta che ha letteralmente spaccato il gruppo quando era già lanciato. A terra tra gli altri Sam Bennett, Edvald Boasson Hagen e Michael Morkov.
A 80 km dal traguardo era finito per le terre anche lo spagnolo Alberto Contador, che ha cambiato bicicletta prima di ripartire ed è stato poi medicato in corsa. Bello il gesto di Fabian Cancellara, monumento del ciclismo mondiale. Lo svizzero è andato in testa al gruppo per invitare i colleghi a non infierire contro il campione spagnolo vittima di una caduta: chapeau!
Ieri Cavendish ha scritto una pagina importante della sua storia, ma tutti i protagonisti del Tour ne hanno scritto una nuova per
onorare la Storia. I corridori - rappresentanti di tutte le nazioni coinvolte nelle battaglie di Normandia - alla fine della tappa hanno deposto una rosa bianca sul monumento ai caduti. In testa Cavendish, la maglia gialla.
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