Volo bis sulla Stelvio. E Paris il "cattivo" guarda il mondo dall'alto

Pokerissimo in discesa sulla pista di Bormio Leader di coppa: «Mi ispiro a Hermann Maier...»

Volo bis sulla Stelvio. E Paris il "cattivo"  guarda il mondo dall'alto

E bis fu. Con il brivido. Con gli occhi spalancati a seguire la discesa dello sconosciuto svizzerotto Urs Kryenbuhl, davanti per tutta la gara, dietro infine per otto miseri centesimi. Bormio e l'Italia impazziscono per Dominik Paris, il Signore della discesa, il Padrone della pista Stelvio, il nuovo sindaco, per finta, della località valtellinese. «La politica? No grazie, non fa per me. Si deve parlare troppo, io preferisco fare». Ben detto, ben fatto. Pettorale rosso in discesa (Urs lo ha fatto tremare, ma ha anche rubato 20 punti al compagno di squadra Beat Feuz, facendo quindi un favore a Domme) e primo posto nella classifica generale di coppa del mondo. «Ma state calmi! Non siamo nemmeno a metà stagione».

Ha ragione, ancora una volta. Stiamo calmi, ma godiamoci il momento d'oro di questo atleta che quando ingrana sembra inarrestabile e soprattutto imbattibile, come hanno sottolineato in coro i suoi rivali. «Non ho sciato perfettamente, specie nella parte alta» fa notare lui, ma non per vantarsi, quando mai, piuttosto per analizzare la sua prova e fare tesoro degli errori per migliorare. «Ho preso anche vento, nel finale vedevo le porte puntate verso di me». Questa sarebbe stata una valida scusante se quel diavolo di Urs avesse fatto nove centesimi in meno. Che beffa sarebbe stata! Ormai tutti avevano festeggiato la seconda vittoria consecutiva di Paris e lui stesso, che pur nutre il massimo rispetto anche per l'ultimo al via, non si poteva aspettare un simile exploit da un atleta che in carriera come miglior risultato aveva il 13° posto ottenuto proprio a Bormio 24 ore prima.

Da tempo, in Italia, non si coglieva un entusiasmo simile attorno a una gara di sci. Le tribune di Bormio non sono quelle di Kitzbühel, certo, ma proprio per questo sono sembrate esplodere di passione. Chi c'era non era lì per fare passerella, chi c'era è un vero appassionato che sa cosa significa scendere a oltre cento all'ora di media, con punte di centotrenta, per quel budello ghiacciato (ieri molto più di venerdì), dovendo per quasi due minuti gestire sotto i piedi due assi lunghe poco più di due metri in curvoni velocissimi e salti da brivido. Una goduria per il coraggioso Paris, che al culmine dell'eccitazione si paragona a Hermann Herminator Maier, lo sciatore che più di ogni altro incarna il modello dell'attaccante. «Mi ha sempre ispirato, per vincere cerco di essere cattivo come lui». Esecuzione perfetta, con la differenza che Maier era un orso piuttosto antipatico mentre Domme, tranne rare eccezioni, è leale, spiritoso e simpatico, di conseguenza amato e rispettato da tutti i rivali. Che oggi dovranno ancora vedersela con lui nella prima combinata della stagione, la prima della storia con una regola favorevole ai velocisti.

Proprio così: nella manche di slalom i più veloci in superG partiranno davanti, con pista liscia. Un vantaggio non da poco che Dominik potrebbe sfruttare per aggiungere punti pesanti alla sua classifica. La stagione è ancora lunga, verissimo, ma sognare in grande non costa nulla.

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