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Il volo rock del jet Paris sognando la grande coppa

Ecco i velocisti. E l'azzurro, quarto nell'ultima stagione, punta anche alla classifica generale

Il volo rock del jet Paris sognando la grande coppa

Ouverture in Paris: la coppa del Mondo di sci riparte dal nuovo mondo, ma la vecchia guardia degli uomini jet è pronta a dare battaglia sulle nevi canadesi di Lake Louise (Raisport e Eurosport dalle 20.15), mentre le signore giganti suonano la seconda da Killington nel cuore del Vermont (Raisport e Eurosport 15.45 e 19).

Dopo l'avvio di Soelden e le nebbie di Levi, tocca alla velocità. Occhi puntati sul Domme nazionale, che, nel 2019, fra coppa di superg e medaglia d'oro mondiale abbinata, ha piazzato la zampata vincente, finendo ai piedi del podio anche della overall, dietro ai tre moschettieri Hirscher, Pinturault, Kristoffersen (con 1047 staccato da Domme di meno di 100 punti) - che sforarono quota mille.

Che chance ci sono quest'anno? Qualcuna in più, data la solidità dell'uomo della val D'Ultimo e qualche turnover d'eccezione. Senza né Aksel Lund Svindal né Marcel Hirscher la bilancia delle possibilità si sposta su un pugno di velocisti che, insieme a Kristoffersen e Pinturault, sembrano i predestinati a far saltare il banco. In un anno senza grandi eventi è la coppa che conta e sognare non è mai vietato. Paris lo scorso anno perse quella di discesa dallo svizzero Beat Feuz per 20 punti, ma vinse quella di superg. Lui, rocker con il piglio del front man, in pista come sul palco, lo scorso anno ha centrato un personale disco d'oro fatto di 7 sigilli che portano a 16 le vittorie in carriera e ad un posto nell'olimpo perenne della storia azzurra, fra i più vincenti dietro Alberto Tomba e Gustav Thoeni.

Paris, però, è soprattutto uno sciatore moderno: prima con la grinta e la spavalderia della gioventù ha dominato le grandi classiche facendo anche golosi bis come nella temibile Kitzbhuel, poi, fra maturità, paternità, potenza e controllo ha imparato a vincere anche sui tracciati apparentemente meno difficili, ma più insidiosi, dove la vittoria sta più nella scorrevolezza che nel domare gli abissi. Proprio come a Lake Louise.

E allora è lui il capofila del futuro, insieme a Emanuele Buzzi e Peter Fill al rientro dopo il lungo stop. Non ancora pronto Christof Innerhofer, dopo infortunio e operazione.

Ed è bello che gli uomini jet del terzo millennio ricomincino la loro storia personale nei giorni in cui Kristian Ghedina, simbolo della velocità azzurra del secolo scorso, ha compiuto 50 anni.

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