Massimo Giletti, che ne pensa della possibilità che la sua Juve festeggi il tricolore battendo il Toro al fu Comunale?
«Ho una mia speranza che, se concretizzata, rappresenterebbe l'omicidio perfetto: il Napoli batta pure il Pescara sabato sera, noi poi vinceremo il derby nella casa dei cugini e la domenica seguente festeggeremo lo scudetto nel nostro impianto».
Quasi perfido, no?
«Senza cattiveria. Ma è il bello del calcio».
Meglio insomma festeggiare il traguardo grosso in casa propria.
«Per i tifosi sicuramente sì. Ricordo l'atmosfera che si è respirata l'anno passato allo Stadium in occasione della festa tricolore: fu qualcosa di unico, coinciso anche con l'addio a Del Piero. Credo che anche i giocatori si siano goduti un qualcosa di indimenticabile».
Non lo sarebbe altrettanto festeggiare sotto gli occhi dei granata?
«Ma noi li batteremo comunque, per di più in uno stadio che per noi bianconeri ha rappresentato tantissimo visto che lì ci abbiamo vinto scudetti in gran quantità. A metà anni '70 non mi perdevo una partita, nella mitica curva Filadelfia».
La Juve di oggi la entusiasma come quella?
«Direi proprio di sì. E il merito è di Conte: ha fatto capire a tutti i giocatori cos'è la juventinità, costruendo una macchina che viaggia quasi da sola.
Stagione da incorniciare, nonostante il doppio ko contro il Bayern Monaco?
«Certo che sì. Adesso però battiamo il Toro».
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