Il triangolo è chiuso. Anche la famiglia Donnarumma ha benedetto il ritorno di Gigio tra le braccia del Milan. È passato quasi sotto silenzio il rude consiglio di Mihajlovic, il tecnico che ebbe la folle ispirazione di farlo esordire a poco più di 17 anni. Dalla Sardegna gli ha mandato a dire: «A 18 anni sarei rimasto ancora a Milanello». A far rumore invece ha provveduto Carmine Paoletti. Chi è costui?, avrebbe chiesto don Abbondio. Trattasi del cognato di Gigio, l'uomo che lanciò nello stagno il sasso di un post su Fb polemico («chi ti critica non ti conosce, Milan società di pagliacci») subito rimosso. In un'intervista al Mattino ha raccontato un dettaglio inedito e significativo: fu proprio Donnarumma, da Cracovia, a chiamarlo al telefono per ordinargli di rimuovere quel post polemico («Ma che hai scritto? Il Milan è la mia società»). Adesso che la rottura è diventata un tentativo concreto di ricucire lo strappo e che, a fari spenti, le parti hanno ripreso a trattare, proprio il cognatino chef ha raccontato il Donnarumma segreto. «Non vuole andare via dal Milan». E ancora: «Non è mai stata una questione di soldi, era il meno pagato della squadra dello scorso campionato».
Tutta colpa dell'ultimatum insomma. E che il contatto delle ultime ore abbia riacceso la passione di Donnarumma per i colori del Milan è documentato da queste altre notizie dall'interno: «Tutte le sere abbiamo la solita videochiamata, con le lacrime agli occhi mi ha detto: Mi stanno massacrando gratis». La chiosa è una garanzia sull'esito finale del caso: «Se il Milan apre non vedo motivi perché non firmi il rinnovo». E poiché non era tele-guidata si tratta di un autentico messaggio ai dialoganti. Per cui non è lontano dalla verità l'ex patron Silvio Berlusconi quando, dalla tribuna di «Porta a porta» dice «io, con le mie doti e le mie capacità di convincimento, avrei trovato una strada di mezzo per farlo stare qualche altro anno al Milan e poi lasciarlo andare per il colpo della vita...».
Fatto sta, il Milan ora non solo ha aperto ma ha addirittura congelato la trattativa per la ricerca del portiere provocando anche il disappunto nell'agente di Perin, Lucci, che è anche procuratore di Bertolacci. E infatti oltre a confermare che il trasferimento del portiere dal Genoa al Milan è bloccato ha aggiunto, quasi per far capire il peso del suo ruolo, che «Bertolacci non è disposto a lasciare Milanello ma a cercare una stagione di riscatto». Come dire: se non si muove Perin, non si muove Bertolacci. Mirabelli ha preso nota ed è tornato a lavorare perché ha promesso di tenere ferma la sostituzione di Donnarumma in attesa che maturi la svolta lasciata alla regia di Fassone oltre che di Raiola, informato minuto per minuto.
Nel frattempo a Raiola, per effetto del clamore della vicenda Donnarumma, è arrivata tra capo e collo, anche la richiesta del Codacons rivolta all'agenzia delle entrate perché controlli «l'ipotesi di estero-vestizione dei redditi guadagnati sul territorio italiano». Forse conviene soprattutto a Mino spegnere i riflettori sulla vicenda il più in fretta possibile.
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