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Ward, l'amico reggiano di Kobe. "Vivere all'italiana l'ha valorizzato"

Un anno dopo, il ricordo italiano più tangibile di Kobe Bryant è stata l'intitolazione di una piazza in suo onore

Ward, l'amico reggiano di Kobe. "Vivere all'italiana l'ha valorizzato"

Un anno dopo, il ricordo italiano più tangibile di Kobe Bryant è stata l'intitolazione di una piazza in suo onore. Da ieri, a Reggio Emilia, c'è Largo Kobe e Gianna Bryant (la figlia morta insieme a lui nell'incidente in elicottero a Los Angeles), vicino al PalaBigi di via Guasco. Una scelta anche simbolica: lo spazio, infatti, si trova proprio dove gioca la Pallacanestro Reggiana, la stessa squadra in cui militò dall'89 al '91 papà Joe Bryant, mentre il figlio cresceva nelle giovanili del club. Un atto d'amore verso un campione legato alla città del Tricolore e all'Italia.

«Così rimaniamo legati a lui per sempre, come un legame a vita»: a dirlo è Christopher Ward, l'ex compagno di squadra nelle giovanili reggiane e grande amico di Bryant. «Dobbiamo essere orgogliosi di aver fatto parte del suo percorso da leggenda. Lui amava il nostro Paese. Qui ha fatto la scuola dalle suore, ha imparato l'italiano ancora prima dell'inglese. Reggio è stata una tappa fondamentale della sua infanzia, quella che ricordava più facilmente. Un luogo a misura di bambino: era normale per noi due andare in giro a piedi o in bici, era normale vivere all'italiana e molto poco all'americana: un valore aggiunto che si è portato poi negli Usa. Questa città lo accoglieva, lo coccolava, ma in modo discreto. Quando tornava, la gente, per strada, gli dava la pacca come fosse ancora il bimbo di allora». Chris ci ha rivelato che sta scrivendo un libro sulla vera amicizia con Kobe: «Sono per metà americano, fu spontaneo legarsi, noi due e le nostre famiglie. Ci legava la passione per il basket ma non solo. Ci vedevamo ogni estate e c'ero il giorno della sua ultima partita. Gli sono sempre stato amico».

In serata, è intervenuto dagli Usa Nicolò Melli, il reggiano dell'Nba: «Kobe era il mio idolo d'infanzia. Non l'ho mai conosciuto ma quando in America scoprono che sono di Reggio Emilia, tutti pensano a lui. Questa piazza è il sigillo ufficiale del suo rapporto con la città».

Un pensiero da Gigi Datome: «Dicono che i campioni vanno e vengono, ma le leggende vivono per sempre».

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