Da una parte chiede nuovi sacrifici ai cittadini liguri (sotto forma di tasse, tante tasse) per coprire inesistenti buchi nel bilancio regionale; dallaltra, annuncia la prossima apertura di «consolati» di via Fieschi in alcune delle maggiori piazze economiche e politiche internazionali - Shanghai, Mosca e New York - con lobiettivo di lanciare, chissà come, la sua «Liguria di tutti» nel mondo: il presidente della Regione Claudio Burlando, insomma, si presta alla critica di palese contraddizione. Di questo, lo accusa subito il sottosegretario di Stato agli Affari regionali Alberto Gagliardi: «Già nella sua prima intervista pochi giorni dopo le elezioni - tuona Gagliardi - il neopresidente Burlando aveva annunciato che il suo programma, forse un po' megalomane, prevedeva anche l'apertura di nuova sedi della Regione all'estero, e precisamente nellex Unione sovietica (nostalgia dei compagni?), in Cina e negli Stati Uniti dAmerica. Ma ora passa il segno: leggo che ha ufficializzato quel proposito istituendo un apposito Ufficio per gli affari internazionali, composto da undici fra dirigenti e impiegati regionali». Non basta: Burlando dichiara anche che la Regione Liguria si avvarrà della collaborazione di consulenti esterni.
«La notizia - riattacca Gagliardi - ha dell'incredibile. Intanto comporterà per la Regione una spesa gigantesca che, in momenti di "vacche magre", non appare assolutamente giustificabile. Inoltre, la decisione di Burlando è manifestamente incoerente con le dichiarazioni del leader dell'Unione, visto che Romano Prodi, pochi giorni or sono, nella trasmissione "Porta a Porta" ha apertamente contestato e stigmatizzato quelle Regioni e quelle Camere di Commercio che aprono costose sedi estere anziché avvalersi delle strutture istituzionali nazionali e dei ministeri competenti. Prodi ha testualmente sottolineato che simili iniziative sono soldi buttati al vento». È vero, sottolinea il sottosegretario agli Affari regionali, che la «nuova Costituzione» approvata dal centrosinistra consente alle Regioni, «nel caos generale provocato dalla riforma ulivista del Titolo V, di assumere iniziative così sgangherate e dispersive. Ma quali obiettivi - insiste Gagliardi - potrà mai perseguire da sola la formichina Liguria nel mare magnum del mercato globalizzato?».
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