Economia

Sprint di Rcs, la Borsa «guarda» alla tv

Subito dopo le dimissioni l’ex top manager è volato a Londra

Massimo Restelli

da Milano

L’idea di una Rcs come nucleo di un terzo polo televisivo costruito intorno a La7, e la scommessa di un superdividendo: all’indomani dell’addio ufficiale dell’amministratore delegato Vittorio Colao si infittiscono le ipotesi sul futuro del gruppo cui fa capo il Corriere della Sera. Voci sufficienti a guidare gli ordini di acquisto delle sale operative: complice la fine di quell’incertezza che circondava Via Solferino dopo che una parte dei grandi soci aveva «commissariato» il proprio ad, il titolo ha guadagnato il 5,36% a 3,79 euro (più 7% il picco) malgrado l’avvio in sordina. Uno scatto - Rcs è stato uno tra i migliori titoli del listino - troppo repentino per essere spiegato con semplici motivazioni di Borsa: la frenata dei giorni precedenti, lo scarso flottante, gli scambi ridotti (0,4% del capitale). Ecco allora gli analisti alla ricerca di motivazioni «industriali», mentre si infittivano le ipotesi sul futuro del gruppo editoriale e - sul versante opposto - sulla prossima sfida di Colao: un indizio potrebbe essere il fatto che ieri mattina il top manager è volato a Londra.
Quanto a Rcs, a tenere banco sono state le voci di un extra-dividendo e la prospettiva che la nuova gestione punterà con decisione sul settore televisivo per dare vita al terzo polo. Tutto poggerebbe sull’acquisto di La7, che appare destinata a uscire dall’orbita di Telecom Italia.
Questa almeno è la convinzione degli investitori che hanno premiato anche Ti Media (più 4,3% a 0,376 euro), la società dove Marco Tronchetti Provera ha concentrato il business dell’informazione. Molto dipenderà dalle trattative tra Telecom e Rupert Murdoch e da quale sarà l’orientamento dei grandi soci del Corriere che blindano oltre il 60% del capitale in un patto di sindacato e che dovranno decidere a chi affidarne le redini.
Al momento non risulta convocata alcuna verifica del patto e Colao garantirà la continuità, ma difficilmente per il ricambio si attenderà fino al cda in agenda il 12 settembre. Da verificare anche la buonuscita del manager (le stock option potrebbero non essere esercitabili) che era arrivato alla Rcs due anni fa dopo essere stato uno degli uomini di riferimento di Vodafone. Tra i «papabili» si parla di Antonello Perricone, che lascerebbe la guida del gruppo La Stampa, di Paolo Dal Pino (oggi numero uno di Wind ma con alle spalle una salda esperienza editoriale) o di Claudio Calabi, che tornerebbe così alla guida di Rcs dopo aver retto le redini del gruppo Il Sole-24 Ore.
Il comitato di redazione del Corriere ha ottenuto per giovedì prossimo un incontro con l’azienda ma al presidente Piergaetano Marchetti rimane il compito certosino di «ricomporre» le diverse anime dei grandi soci in un mosaico andato in frantumi sulla gestione Colao.
Due gli schieramenti: uno guidato da Banca Intesa e Unicredit propenso a mantenere lo status quo, l’altro (secondo alcune ricostruzioni animato da Pirelli, Diego Della Valle e Capitalia) orientato a cambiare indirizzo.

A ben guardare un equilibrio instabile che, per quanto riguarda Capitalia e Banca Intesa, rischia di sovrapporsi con le avance e le contromosse che hanno finora mantenuto in sospeso il grande risiko del credito nazionale.

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