Squillo di lusso in via del Corso

Alessia Marani

Una «holding» in piena regola. Ragazze bellissime, giovanissime (persino minorenni), appena sbarcate dall’Europa dell’Est e pronte a far trascorrere notti «da sogno» a facoltosi professionisti. In raffinati e suggestivi pied-à-terre (come un bellissimo 60 mq in pieno centro, su via del Corso), oppure «a domicilio», in alberghi o case private. Su richiesta, dunque, da effettuare chiamando speciali linee telefoniche pubblicizzate anche sulle pagine web di siti hard in cui si promettevano serate particolari nel cuore della Città Eterna e non solo: ben 31 i cellulari in mano a una 66enne, Anna Giusti, originaria di Modena ma da anni trapiantata nella Capitale. È lei che si occupava di smistare i clienti tra le squillo di lusso. Ed è lei la stessa donna che le questure di mezz’Italia ricercavano dal ’93 per reati, guarda caso, legati allo sfruttamento e al favoreggiamento della prostituzione. Accuse a cui ora vanno aggiunte quelle di falso materiale e contraffazione di documenti, favoreggiamento all’immigrazione clandestina, ricettazione di carte d’identità rubate e sequestro di persona. La «signora», com’era chiamata dalle ragazze, è stata arrestata dagli agenti del commissariato Trevi - Campo Marzio la sera di mercoledì in piazza Bologna. «La donna - spiega il vicequestore Francesco Nicola Santoro - vive a Roma in un elegante attico ai Parioli, ma dal 2004 risulta affittato a suo nome l’appartamento di via del Corso da cui sono partite le indagini». Circa un mese fa i poliziotti si mettono sulle tracce di quell’andirivieni «sospetto» dall’abitazione denunciato dai vicini. «Un lavoro per niente facile - dicono gli uomini della giudiziaria -. Solo dopo una serie di appostamenti e pedinamenti siamo risaliti alla lady, autentica mente del giro. Anche se l’inchiesta è solo all’inizio. La Giusti godeva d’appoggi in tutt’Italia, soprattutto nell’Emilia Romagna e nel Veneto. Nella Capitale pagava quattro diversi affitti, ma a lei possono ricondursi almeno una decina d’appartamenti». Nel blitz in via del Corso e nel suo attico (l’operazione è stata battezzata «Squillo al Corso») vengono sequestrati i telefoni, montagne di preservativi, una sorta di libro mastro in cui vengono annotati nominativi, appuntamenti e tariffe (da un minimo di 200 fino a 700 euro), oggetti sadomaso. La Giusti ha a disposizione cinque diverse carte d’identità, alcune intestate ad Anna, altre ad Arianna. Differiscono tra loro dai particolari. Uno dei documenti risulta rubato «in bianco» poco tempo fa al VII municipio. quattro le ragazze, romene, una 17enne, identificate, a loro spettava il 50 per cento.

Venivano fatte entrare in Italia con visto turistico, allo scadere tornavano in patria e ne arrivavano altre. Per gli inquirenti resta il rebus della rete a livello nazionale e internazionale a cui la «signora» faceva riferimento.

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